Rubavano beni archeologici in Parco del Nisseno, tre denunce
I tre sono stati trovati con otto oggetti in pietra e nove oggetti in metallo di verosimile interesse archeologico
I carabinieri del comando provinciale di Caltanissetta hanno denunciato in stato di libertà tre persone di origini catanesi per il reato di furto di beni archeologici. Sono stati sorpresi all’interno del parco archeologico “Gibil Gabib” mentre effettuavano degli scavi abusivi con attrezzature edili e un rilevatore per la ricerca di metalli. Sottoposti a perquisizione dagli uomini dell’Arma i tre sono stati trovati con otto oggetti in pietra e nove oggetti in metallo di verosimile interesse archeologico.
A Gibil Gabib, a sud dell’odierna Caltanissetta, sorgeva un centro indigeno ellenizzato che dominava da ovest la valle del fiume Salso. Sul pianoro dell’altura e’ visibile una capanna della tarda eta’ del Bronzo, una parte dell’abitato scavato negli anni sessanta del secolo scorso dall’archeologo Dinu Adamesteanu e della poderosa cinta muraria fortificata, di cui e’ stato riportato alla luce un torrione di difesa databile alla meta’ del VI secolo a.C., quando l’anonimo sito di Gibil Gabib cadde nell’orbita di Agrigento, che lo trasformo’ in phrourion, (avamposto militare fortificato) a difesa del proprio territorio. Lungo i ripidi costoni rocciosi della montagna su cui sorge l’omonimo sito di Gibil Gabib (dall’arabo Gebel Habib), si trovano le necropoli con le sepolture scavate nella roccia; di esse alcune sono del tipo a grotticella artificiale e risalgono all’eta’ del Bronzo, mentre quelle riferibili all’abitato di epoca greca sono del tipo a fossa e hanno restituito corredi costituiti da numerosi vasi sia di produzione attica, che locale; sulle pendici orientali della stessa altura si trova un’altra necropoli con tombe a fossa e ustrina, utilizzata nel IV secolo a.C., i cui corredi funerari sono costituiti da ceramica siceliota a figure rosse o decorata nello stile di “Gnathia”.