Apertura

“Spese personali con il reddito di cittadinanza dei disabili”, in sei a processo 

Gli imputati sono accusati di aver utilizzato i soldi del reddito di alcuni disabili per pagare alcune spese personali

Pubblicato 4 ore fa

Il giudice per l’udienza preliminare Giuseppa Zampino ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di sei persone accusate – a vario titolo – di aver indotto alcuni disabili psichici a chiedere e ottenere il reddito di cittadinanza per poi usare quei soldi per pagare spese personali. A processo finiscono Liliana Chiarelli, 35 anni; Gaetano Gramaglia, 34 anni; Paolo Graccione, 47 anni; Diego Vita, 54 anni; Salvatore Di Caro, 64 anni; Giovanni Di Caro, 31 anni. La prima udienza si celebrerà il prossimo 8 maggio davanti il giudice Nicoletta Sciarratta. 

L’inchiesta rappresenta una costola investigativa dell’operazione “Dark Community” che vede coinvolta la cooperativa sociale Oasi di Emmanuele. La struttura era finita al centro di indagini per un presunto giro di droga, maltrattamenti e ricatti sessuali. A Gramaglia, Chiarelli, Gruccione e Vita – in qualità rispettivamente di titolare, assistente sociale e dipendenti della comunità – viene contestato l’aver indotto i disabili ospiti della struttura a presentare la domanda per ottenere il reddito di cittadinanza. Una richiesta peraltro illecita considerando che gli ospiti sono a carico dello Stato. 

A tutti viene contestato l’aver utilizzato i soldi del reddito di cittadinanza per pagare alcune spese personali come ad esempio la manutenzione di una Porsche, il conto di un hotel a Tarquinia ma anche per fare shopping. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Scozzari, Riccardo Gueli, Salvatore Buggea, Fabio Inglima Modica e Daniela Posante. 

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *