Schengen, il Prefetto in audizione: “La nostra è la provincia degli sbarchi”
Il Prefetto di Agrigento è stata audita in commissione Schengen e ha parlato di Villa Sikania, della macchina dell’accoglienza e delle problematiche relative al fenomeno in provincia
E’ durata poco più di mezz’ora l’audizione del Prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, davanti il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attivita’ di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione svolge, presso l’Aula del IV piano di Palazzo San Macuto. Al centro dell’audizione la situazione in essere presso il centro di accoglienza ‘Villa Sikania’ di Siculiana, spesso teatro di rivolte, aggressioni alle forze dell’ordine, fughe di massa e recentemente gravi fatti di violenze sessuali che hanno visto protagonista una gang di migranti sui cui e’ stata fatta chiarezza anche sul fronte parlamentare.
“Agrigento è la provincia deggli sbarchi per antonomasia”
“La gestione del fenomeno migratorio in questa provincia ha delle caratteristiche diverse da quelle del resto dell’Italia. E’ la provincia degli sbarchi per antonomasia, il fenomeno si manifesta in tutte le sue articolazioni. Lavoriamo molto sull’accoglienza e c’è un sistema di cordone sanitario. C’è un lavoro capillare di identificazione di tutti i soggetti che mettono piede sul territorio nazionale e questi trasferimenti – sia di gente positiva al covid che non – sulle navi quarantena o sulla terra ferma. Dobbiamo partire da questo discrimine.Sulle navi, già da diversi mesi, salgono soltanto i maggiorenni che vengono sistemati secondo criteri di settorializzazione. I minorenni e le persone vulnerabili, invece, è il territorio che li accoglie in strutture appositamente dedicate per la quarantena al termine del quale vengono poi trasferiti in centri di prima accoglienza.” Così il Prefetto di Agrigento.
“Le strutture di accoglienza nella provincia di Agrigento”
“In questa provincia ci sono tre centri di accoglienza: quello di villa Sikania è un ex albergo molto grande che è stato attivato nell’aprile 2020. Il centro in realtà come struttura potrebbe contenere centinaia di persone ma in base alla gara abbiamo mantenuto un target abbastanza contenuto di 150-180 persone che in qualche momento di criticità sono diventati anche di più. In realtà, soprattutto dopo le procedure di manifestazione di interesse, i posti sono scesi a 99 proprio per consentire una migliore gestione. Il centro presenta criticità legate alla tipologia di persone che arrivano. Sono ragazzi che aspettano di fare la quarantena e andare nel sistema di accoglienza. Qualunque ritardo, talvolta fisiologico, tante volte scatena intemperanze che nella maggior parte dei casi vengono gestiti senza clamore. Sono tutte situazioni che conosciamo perché il presidio di polizia che c’è all’esterno, imponente, con un funzionario di polizia h24 ci informa di tutto. E’ vero che si sono verificate delle fughe in momenti di sovraffollamento. Adesso c’è una fase di relativa calma ma quando a Lampedusa ci sono arrivi importanti è chiaro che bisogna gestire il trasferimento di queste persone. Si è verificato anche tentativo di fuga con capienza ordinaria perché questi sono ragazzi, specie di nazionalità tunisina, che molto spesso sono intemperanti. Stiamo lavorando per approntare qualche presidio, tipo un campo giochi o qualcosa per poterli fare distrarre e svagare, ma parliamo di permanenze limitate nel tempo.” Così il Prefetto di Agrigento.
“Gli episodi di violenza a Villa Sikania”
“Quello che è successo i primi di questo mese è un fatto molto grave. Ci sono ancora indagini in corso e chiaramente non sono in grado di dire alcunché su questo punto. Il fermo di polizia è avvenuto l’8 dicembre e ha riguardato 7 cittadini egiziani di cui 6 minori e 1 maggiorenne che sono stati denunciati (il maggiorenne arrestato) e dislocati in strutture di accoglienza fuori la provincia. I reati contestati sono gravi: sequestro di persona, estorsione, violenza sessuale, furto e percosse in concorso. Le vittime sono 4 ragazze minorenni di nazionalità tunisina. Queste persone sono arrivate l’1 dicembre a Villa Sikania, un gruppo di 21 immigrati di cui solo 1 maggiorenne. Quest’ultimo è stato portato qui perché si tratta di un disabile con patologie (senza un braccio, senza un piede). Arrivato al centro di accoglienza gli operatori si sono accorti che si era in presenza di una situazione particolare con una personalità forte che rimarcava la sua autorevolezza, provocando liti per poi fare il paciere. Il 6 dicembre c’è stata una rissa, subito sedata, ma gli operatori del centro continuavano ad avere perplessità e dubbi perché vedevano alcuni ragazzini tristi, introversi, preoccupati. Lì è scattata l’attività di indagine, di colloquio per fare in modo ch queste persone parlassero. Nell’arco di qualche giorno qualcuno ha iniziato a parlare raccontando che durante la notte l’egiziano, accompagnato da 6 minori, faceva prelevare questi ragazzi dalle stanze con molestie, estorsioni perché volevano il pocket money. Quando è emersa questa testimonianza, condivisa con altri tre ragazzi, il gestore si è sentito con i nostri uffici e abbiamo coinvolto l’autorità di polizia e si è recato a Porto Empedocle con i ragazzi che hanno testimoniato. La polizia ha immediatamente interessato la Procura di Agrigento e subito i presunti responsabili sono stati fermati. Le quattro vittime le abbiamo trasferiti in un altro centro di prima accoglienza avendo l’attenzione di farli seguire anche dal punto di vista psicologico. Quello che è accaduto è gravissimo ma è emerso anche grazie al fatto che l’attenzione, sia all’interno che all’esterno del centro, è massima. Il centro è gestito da una cooperativa con una convenzione che abbiamo rinnovato il 12 novembre. Di giorno ci sono 2 o più operatori mentre la sera uno al massimo due. Al momento ce ne sono 70 di immigrati. Lo scopo è quello di non elevare troppo i numeri di presenze dei migranti per poterli gestire meglio. Abbiamo un rapporto stretto con le Ong, tipo Save The Children, e abbiamo effettuato ispezioni. La criticità del centro è insita nel tipo di struttura.” Così il Prefetto di Agrigento.
“L’iter dell’accoglienza e i numeri”
“I migranti che arrivano vengono sottoposti ad uno screening sanitario non appena arrivati e poi a tampone e poi trasferiti al centro per la quarantena. All’ingresso c’è una visita medica e scatta poi il periodo di quarantena che si conclude con l’ultimo tampone da parte dell’Asp di Agrigento che dà l’ok al trasferimento. Anche durante il periodo di permanenza i migranti vengono seguiti e accompagnati ove si verifichino patologie. Sono tutti controllati e monitorati. C’è anche un servizio di assistenza psicologica perché tante problematiche più che fisiche sono psicologiche o psichiche. Sui temi del rimpatrio il tema riguarda più l’autorità giudiziaria e la Questura. Normalmente chi si macchia di reati viene prima messo in un Cpr e poi rimpatriato. E’ un momento che non compete alla Prefettura. Per quanto riguarda la questione dei minori confermo che c’è stato un aumento significativo: parliamo di 3.392 minori nel 2020 e 6.242 minori fino al 10 dicembre 2021. Quasi la totalità sono minori oltre i 14 anni.” Così il Prefetto di Agrigento.