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“Ricatti sessuali a volontario della Caritas”, la vittima in aula: “Soldi dati spontaneamente”

La vicenda è emersa quasi per caso mentre la procura di Agrigento indagava sulla scomparsa di Gessica Lattuca

Pubblicato 37 minuti fa

Nessun ricatto ma soldi consegnati del tutto volontariamente. Lo ha affermato questa mattina in aula un volontario della Caritas al centro di presunti ricatti di natura sessuale. Il settantenne, che in questo processo è persona offesa, è comparso davanti i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato. Due le persone che siedono sul banco degli imputati: si tratta di Salvatore Scarabeo, 37 anni, e Maria Teresa Noto, 34 anni, entrambi di Favara.

Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Elenia Manno, la coppia avrebbe ricattato il volontario della Caritas avanzando richieste di denaro pari a circa 10 mila euro per non diffondere alcune registrazioni ritenute compromettenti. Circostanza che il settantenne aveva inizialmente confermato ai carabinieri durante la fase preliminare delle indagini, affermando che si trattasse di una specie di risarcimento, salvo poi fare parziale marcia indietro al processo.

I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2017 ed il 2018. La procura di Agrigento stava indagando sulla scomparsa di Gessica Lattuca, la madre di quattro figli svanita nel nulla. Quasi per caso, grazie ad alcune intercettazioni, viene a gallo un presunto giro di ricatti sessuali tra Favara e Castrofilippo. Nel caso specifico, secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, il volontario della Caritas sarebbe stato vittima di una estorsione con continue richieste di soldi avanzate dai due favaresi per non pubblicare alcune registrazioni compromettenti. In particolare il volontario sarebbe stato registrato  in più occasioni mentre palpeggiava la donna durante un trasporto in ospedale. Quest’ultima, insieme al compagno, avrebbe così cominciato ad avanzare richieste di denaro pari a 10 mila euro per non rivelarne il contenuto.

La difesa dei due imputati – gli avvocati Samantha Borsellino e Olindo Di Francesco – ha già chiesto che le intercettazioni vengano dichiarate inutilizzabili poiché disposte nell’ambito di un altro procedimento, vale a dire quello sulle ricerche di Gessica Lattuca. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 17 aprile quando in aula verranno sentiti i periti che si sono occupati di trascrivere i dialoghi intercettati. 

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