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“Reflui fognari nel mare di Lampedusa”: al via processo a capo della protezione civile, ex sindaci e altri 15 imputati 

Sul banco degli imputati siedono 18 persone, tra loro anche il capo della protezione civile regionale e i due ex sindaci di Lampedusa

Pubblicato 1 ora fa

Al via questa mattina, davanti i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara, il processo a carico di diciotto persone coinvolte in un’inchiesta sui reflui fognari dei cinque impianti di sollevamento di Lampedusa che senza alcun trattamento, secondo l’accusa, sarebbero finiti in mare anche a venti metri dalla costa. Bisognerà però attendere ancora qualche mese prima che il dibattimento entri nel vivo. Alcuni legali della difesa, tra cui l’avvocato Angelo Farruggia nell’interessa dell’ingegnere Dragotta, hanno sollevato delle eccezioni preliminari. In particolare il collegio difensivo sostiene che il decreto con cui è stato disposto il giudizio debba essere dichiarato nullo poiché alcuni capi di imputazione sarebbero indeterminati e generici. La stessa richiesta era già stata rigettata dal gup Micaela Raimondo. I giudici scioglieranno la riserva sul punto nell’udienza del prossimo 11 febbraio.

Sul banco degli imputati siedono i due ex sindaci dell’isola, Giusi Nicolini e Salvatore Martello, nonché l’attuale capo della protezione civile siciliana, Salvatore Cocina. Insieme a loro anche Sonja Nunziatina Cannizzo, 52 anni, responsabile dell’impresa aggiudicataria dell’appalto per l’ampliamento di depurazione; Luigi Fidone, 47 anni, direttore tecnico dei lavori; Giovanna Taormina, 56 anni, rappresentante di una ditta che si è occupata dello smaltimento dei rifiuti in un cantiere. E ancora: Emanuele e Mattia Mondello, 64 e 32 anni, responsabili dell’impresa Nurovi; Salvatore Stagno, 52 anni, responsabile unico del procedimento; Marco Lupo, 54 anni; Maurizio Pirillo, 61 anni, susseguitisi negli anni alla guida del dipartimento Acqua e Rifiuti; i dipendenti comunali Manlio Maraventano, 55 anni; Francesco Brignone, 60 anni e Calogero Fiorentino, 67 anni; Felice Ajello, 65 anni, dirigente di settore del dipartimento Acque e rifiuti; Marcello Loria, 67 anni, anch’egli dirigente del dipartimento; Giuseppe Tornabene, 69 anni e Giuseppe Dragotta, 62 anni; questi ultimi due direttori dei lavori. Fra i reati ipotizzati l’abuso di ufficio, l’omissione di atti di ufficio, l’inquinamento ambientale e il danneggiamento.

La contestazione principale è quella di avere consentito, a partire dal 2015, lo scarico dei reflui provenienti dai cinque impianti di sollevamento “non sottoposti ad alcun trattamento deteriorando il mare”. I valori, secondo l’atto di accusa della procura, sarebbero stati superati in maniera “macroscopica”. L’ex sindaco Nicolini, insieme a Maraventano, Stagno, Pirillo, Ajello, Cocina e Loria, risponde di abuso di ufficio perchè avrebbe omesso di risolvere il contratto con l’impresa Nurovi. L’indagine, negli anni scorsi, ha portato al sequestro del depuratore. Alcuni capi di imputazione sono stati inoltre modificati nel corso dell’udienza preliminare. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Nicola Grillo, Vincenzo Caponnetto, Giuseppe Scozzari, Emanuele Magnuco, Joseph Donegani, Giusi Troni, Antonio Gagliano, Paola Carfì, Francesco Messina, Corrado Giuliano, Fabio Quattrocchi, Carlotta Calafato, Carlo Maria Fabbri. 

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