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Perde marito e suoceri nella strage di Ravanusa: “Vado avanti con le mie due figlie”

Parla Eliana Boncori, rimasta vedova nella strage di Ravanusa, in un’intervista al Corriere della Sera

Pubblicato 3 anni fa

“Stiamo bene ma è dura perché ogni giorno siamo a contatto con la mancanza. E’ tutto da ricostruire, come quando succede un terremoto. La vita va avanti.” A distanza di tre mesi dalla strage di Ravanusa in cui persero la vita nove persone e un bimbo in grembo che sarebbe nato da lì a poco, Eliana Boncori torna a parlare dopo averlo fatto durante la celebrazione dei funerali trasmessi in diretta televisiva dalla Rai. Quel giorno, dopo aver perso il marito e i suoceri, aveva lanciato un messaggio di speranze e fede: “Voglio parlarvi della mia speranza. Voglio principalmente invitare tutti svolgere lo sguardo alle cose che durano per sempre. Non fermiamoci al materiale che, come abbiamo visto, in un attimo o in uno scoppio, è andato via.Svanito nel nulla. Non voglio parlarvi del mio dolore che è tremendo. Abbiamo perso tutto, Giuseppe era tutto per me. E’ arrivata però una forza sovrumana che solo Dio può dare.”

Adesso, in un’intervista al Corriere della Sera, torna a parlare di quei momenti e di come sta affrontando la vita dopo la tragedia insieme alle due figlie Miriam e Sara, 7 e 4 anni: “Durante le ricerche di Giuseppe e di mio suocero, gli ultimi dispersi, eravamo in attesa di notizie nelle aule della scuola, distante pochi metri dai luoghi della tragedia. Quando mi hanno comunicato che Giuseppe era morto sono stata in silenzio ma poi ho iniziato a gridare, disperata. Lì con me c’era suor Maria Goretti, fondatrice dell’ordine di cui fa parte anche mia cognata, che ci ha invitati a recitare il rosario. Così è sceso un attimo di pace.” 

E ancora: “Poi, paradossalmente, mi ha dato la forza di vedere il corpo di Giuseppe. Quando lo hanno ritrovato ho dovuto fare il riconoscimento e al vederlo trasformato, freddo e inerme, ho pensato che non poteva essere finita lì. Così ho deciso di dare un messaggio di speranza affinché il male e l’angoscia non possano mai spegnere i nostri sguardi togliendoci la pace. Ogni volta che lo testimonio la mia giornata si riempie di luce, tutto prende senso, mentre quando mi chiudo a riccio mi distruggo.”

Poi il ricordo del marito: “Tutto sempre insieme a lui, era una presenza silenziosa ma con la battuta sempre pronta e quel sorriso disarmante che colorava ogni momento e ogni persona che incontrava. Lui era dalle poche parole, ma quando le diceva erano azzeccate, un uomo dalla fede semplice e fatta di piccole cose.” 

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