Mafia, il boss ergastolano Vincenzo Licata resta al 41bis
Vincenzo Licata, ritenuto lo storico capo della famiglia mafiosa di Grotte, sta scontando tre ergastoli per omicidio e mafia
Vincenzo Licata, boss agrigentino ritenuto a capo della famiglia mafiosa di Grotte, resta al 41bis. Lo ha deciso la Cassazione che, nel rigettare il ricorso avanzato dalla difesa, ha confermato la decisione già emessa dal tribunale di Sorveglianza di Roma nel 2023. Vincenzo Licata sta scontando tre ergastoli per omicidio, associazione mafiosa, turbativa d’asta e reati inerenti alle armi.
Per i giudici ermellini è ancora “attuale la capacità di mantenere contatti con l’associazione criminale e il comportamento dello stesso in carcere non solo è privo di tangibili segnali di resipiscenza e di una presa di distanza dai gravi fatti delittuosi, ma anche caratterizzato dalla violazione delle regole interne di convivenza tanto da derivarne ben quaranta sanzioni disciplinari.” Lo scrive il quotidiano La Sicilia.
Per la Cassazione, inoltre, ha ricordato che “le funzioni direttive assunte dal boss in Cosa nostra, sottolineando altresì che da ciò erano derivati il diretto coinvolgimento del Licata in sanguinose faide mafiose nel territorio della provincia di Agrigento e suoi solidi legami anche con qualificati esponenti del clan palermitano”.