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Mafia e droga ad Agrigento, 30 fermi (I NOMI)

Maxi operazione antimafia dei carabinieri ad Agrigento

Pubblicato 3 ore fa



Maxi operazione antimafia dei carabinieri ad Agrigento. I militari del Nucleo Operativo guidati dal colonnello Vincenzo Bulla, con il supporto dei colleghi dei Comandi Provinciali di Palermo, Trapani e Caltanissetta, del  Nucleo Eliportato Cacciatori di Sicilia, dei Nuclei Cinofili di Palermo e Nicolosi e del 9° Nucleo Elicotteri di Palermo, hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo di indiziati di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia  – sottoponendo a fermo 23 indagati, tutti cittadini italiani, gravemente indiziati, a vario titolo, di appartenere all’organizzazione mafiosa denominata “cosa nostra”, di far parte di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e altro. Contestualmente sono state eseguite perquisizioni personali e domiciliari delegate dalla Procura distrettuale nei confronti di ulteriori 20 soggetti indagati nel medesimo procedimento penale. hanno eseguito ventinove fermi a margine di una indagine che ipotizza i reati di associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, minaccia aggravata dal metodo mafioso, rapina e tentata estorsione.

Nel corso dell’operazione, le perquisizioni effettuate presso i soggetti sottoposti a fermo e presso gli altri indagati, hanno permesso di rinvenire e sequestrare vari quantitativi di sostanza stupefacente di tipo cocaina, hashish e denaro contante, nonché di trarre in arresto in flagranza di reato un ulteriore soggetto trovato in possesso di circa 200 grammi di sostanza stupefacente di tipo cocaina e 2.700 euro in contanti. Il provvedimento di fermo è stato emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia con il procuratore aggiunto Sergio Demontis e i sostituti Claudio Camilleri, Giorgia Righi e Luisa Bettiol.

GLI INDAGATI 

Domenico Blando, 67 anni, di Favara; Michele Bongiorno, 34 anni di Favara; Pietro Capraro, 39 anni, di Agrigento; Ignazio Carapezza, 33 anni, di Porto Empedocle; Carmelo Corbo, 46 anni, di Canicattì; Samuel Pio Donzì, 23 anni, di Agrigento; Carmelo Fallea, 50 anni, di Favara; Cosimo Ferro, 36 anni, di Castelvetrano; Francesco Firenze, 40 anni, di Castelvetrano; Giuseppe Focarino, 59 anni, di Palermo; Cristian Gastoni, 31 anni, di Agrigento; Angelo Graci, 60 anni, di Castrofilippo; Rocco Grillo, 32 anni, di Gela; Alfonso Lauricella, 58 anni, di Agrigento; Gaetano Licata, 41 anni, di Agrigento; Fabrizio Messina Denaro, 57 anni, di Castelvetrano; Fabrizio Messina, 50 anni, di Porto Empedocle; Gabriele Minio, 37 anni, di Agrigento; Giorgio Orsolino, 34 anni, di Agrigento; Roberto Parla, 46 anni, di Canicattì; Vincenzo Parla, 53 anni, di Canicattì; Giuseppe Pasqualino, 33 anni, di Gela; Calogero Prinzivalli, 41 anni, di Agrigento; Mirko Salvatore Rapisarda, 40 anni, di Gela; Emanuele Ricottone, 42 anni, di Marianopoli; Giuseppe Sottile, 38 anni, di Agrigento; Alfonso Tarallo, 44 anni, residente in Belgio; Angelo Tarallo, 44 anni, residente in Belgio; Guido Vasile, 66 anni, di Agrigento, Nicolò Vasile, 43 anni, di Agrigento.

LA FAMIGLIA DI VILLASETA E PORTO EMPEDOCLE

L’associazione mafiosa viene contestata a cinque persone. Secondo le indagini Fabrizio Messina e Pietro Capraro sarebbero i rispettivi capi delle famiglie mafiose di Porto Empedocle e Agrigento/Villaseta. Ad altri tre indagati viene contestata, invece, la partecipazione alla famiglia di Villaseta: si tratta di Gaetano Licata, Gabriele Minio e Guido Vasile.

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