Lenzuola bianche per l’ultimo saluto a Lorena: l’autopsia svela un brutale femminicidio (ft e vd)
Lorena è tornata a casa. La salma della giovane ragazza di Favara, uccisa nella notte tra lunedì e martedì dal fidanzato con cui condivideva le mura domestiche, è tornata nel suo paese tra la commozione, gli applausi e le lacrime. Ad abbracciarla un’intera comunità che ha manifestato il suo cordoglio stendendo lenzuola e veli bianchi […]
Lorena è tornata a casa. La salma della giovane ragazza di Favara, uccisa nella notte tra lunedì e martedì dal fidanzato con cui condivideva le mura domestiche, è tornata nel suo paese tra la commozione, gli applausi e le lacrime. Ad abbracciarla un’intera comunità che ha manifestato il suo cordoglio stendendo lenzuola e veli bianchi su ogni balcone di Favara. Il carro funebre è partito intorno le 13 dal policlinico di Messina e ha raggiunto nel primo pomeriggio il cimitero della città dell’Agnello Pasquale dove, nonostante l’emergenza coronavirus, è stata concessa una liturgia a cui hanno partecipato i familiari, il legale Giuseppe Barba, ed il primo cittadino Anna Alba. Al passaggio del feretro tantissime le persone affacciate sui balconi, tra lacrime e grida, hanno voluto omaggiare Lorena con petali di rose. A documentare l’arrivo con una diretta i colleghi di SicilianOnPress che, svolgendo un lavoro pregiato, hanno dato la possibilità alle persone di salutare, seppur da casa, Lorena.
I primi risultati dell’esame autoptico, effettuato nella giornata di ieri in presenza dei consulenti della Procura di Messina e della famiglia – la professoressa Daniela Sapienza e la professoressa Gualniera dell’Università di Messina – hanno svelato un brutale quanto efferato femminicidio. L’autopsia ha confermato l’ipotesi che si era fatta strada fin dalle prime ore successive al delitto: morte per strangolamento. Ma c’è di più. La giovane favarese, col sogno nel cassetto di diventare medico, sarebbe stata oggetto di una brutale aggressione: prima colpita con un coltello all’addome, lo stesso con cui il fidanzato-carnefice si sarebbe provocato tagli ai polsi nel tentativo non riuscito di suicidarsi, poi percossa con calci ma anche con l’uso di un oggetto contundente, probabilmente una lampada con cui l’avrebbe colpita ripetutamente. Poi il tragico epilogo e la chiamata ai carabinieri: “Venite, ho ucciso la mia fidanzata”. La lite, secondo una prima ricostruzione, sarebbe scoppiata nel cuore della notte e si sarebbe protratta per diverso tempo. Intorno le otto del mattino l’arrivo dei militari dell’Arma nell’abitazione di via delle Mimose, appartamento che Lorena condivideva con il fidanzato. I carabinieri hanno trovato la giovane vittima con il pigiama inzuppato d’acqua e il suo killer in uno stato confusionale.
Dopo i rilievi di rito al via un primo, delirante, interrogatorio del 27enne: “L’ho uccisa perché mi ha trasmesso il Coronavirus”, avrebbe detto al pm Roberto Conte, che coordina le indagini insieme al procuratore capo Maurizio De Lucia, e ai carabinieri della Compagnia di Taormina. Una tesi questa che non ha convinto gli inquirenti che, nel frattempo, avevano accertato la negatività al Covid-19 sia di Lorena che di Antonio De Pace. Adesso quest’ultimo è accusato di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi e di aver commesso il brutale delitto all’interno delle mura domestiche. Nella giornata di ieri De Pace, in presenza dei suoi legali, è comparso davanti il gip del Tribunale di Messina Eugenio Fiorentino in collegamento dal carcere di Gazzi: non ha proferito una parola scegliendo la via del silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere. Il giudice non ha convalidato il fermo (non c’erano esigenze in tal senso) ma ha comunque disposto, così come chiedevano gli inquirenti peloritani, la custodia cautelare in carcere.
Oggi a Favara, così come a Furci Siculo, è giornata di lutto cittadino. Il sindaco di Dasa’, piccolo comune del vibonese, ha esposto sul balcone del palazzo municipale un lenzuolo bianco in segno di partecipazione al dolore per Lorena Quaranta, la ventisettenne uccisa martedi’ scorso a Messina dal suo compagno Antonio De Pace, che e’ di Dasa’. La decisione del sindaco Raffaele Scaturchio e’ giunta nel giorno in cui a Favara, nell’Agrigentino, si terranno i funerali della ragazza. Scaturchio aveva manifestato tramite la prima cittadina di Favara il cordoglio verso la famiglia di Lorena e l’intera comunita’. Lo stesso sindaco si era anche fatto latore del pensiero del parroco di Dasa’ don Bernardino Comerci il quale invitava a pregare per le due famiglie devastate dall’accaduto.
Tante le manifestazioni in memoria di Lorena così come le iniziative che già sono state avviate. La più significativa, di cui si è fatto promotore il legale della famiglia che ha raccolto fin da subito l’ok del rettore dell’Università di Messina, l’avvio delle procedure per far conseguire ad honorem la laurea in medicina e chirurgia che era ormai ad un passo. Ciao Lorena!