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La mafia di Campofranco, chieste 10 condanne 

La figura principale dell’inchiesta è Angelo Schillaci, tornato libero nell’ottobre 2022 dopo una condanna per mafia: documentati contatti con i clan agrigentini e ipotizzata una estorsione ad una ditta di Licata

Pubblicato 4 giorni fa

La Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta ha avanzato la richiesta di dieci condanne e un’assoluzione nei confronti degli imputati coinvolti nell’operazione che lo scorso anno fece luce sulla cosca mafiosa di Campofranco. La figura principale dell’intera inchiesta è Angelo Schillaci, tornato libero nell’ottobre 2022 dopo una condanna per mafia. 

Il pm, in particolare, ha chiesto 18 anni di reclusione per Angelo Schillaci. E ancora: Claudio Rino Di Leo (20 anni), Calogero Schillaci (12 anni e 8 mesi), 44 anni di Mussomeli; Gioacchino Cammarata (10 anni e 8 mesi) 54 anni di Milena; Vincenzo Spoto (10 anni e 8 mesi) 66 anni di Casteltermini; Calogero Giusto Giuliani (8 anni) 72 anni di Campofranco; Paolino Schillaci (6 anni) 57 anni di Milena; Gianluca Lamattina (6 anni) 51 anni di Campofranco; Carmelina Schillaci (4 anni e 6 mesi), Calogero La Greca (1 anno e 4 mesi) di Licata, Luigi Concita (assoluzione) 45 anni di Caltanissetta.

Gli imputati, in gran parte presunti appartenenti alla famiglia di Campofranco, si sarebbero adoperati per la riorganizzazione del clan attraverso il reperimento di armi e la costituzione di una ‘cassa comune’ con i proventi illeciti delle estorsioni e dello spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, sono stati accertati quattro tentativi di estorsione con atti intimidatori ai danni di alcune ditte impegnate in lavori di rifacimento di opere pubbliche nei comuni di Campofranco e Milena e di un operatore commerciale di Campofranco, nonché tre estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti.

Il clan aveva rapporti anche con soggetti di Milena e della provincia di Agrigento. Tra le estorsioni messe a segno dalla famiglia mafiosa di Campofranco vi è anche quella ai danni di un imprenditore edile di Licata impegnato in alcuni lavori di ristrutturazioni con il Superbonus 110%. Secondo quanto emerso dalle indagini l’imprenditore avrebbe pagato la somma di 1.500 euro, peraltro ritenuto un anticipo di una più ampia richiesta, alla famiglia mafiosa di Campofranco.

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