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Il tentato omicidio a Joppolo, commerciante condannato a 8 anni di carcere 

Il panettiere è stato condannato anche al pagamento di 50 mila euro in favore della vittima e 30 mila euro complessivi ai genitori del ragazzo

Pubblicato 26 minuti fa

Il giudice per l’udienza preliminare Micaela Raimondo ha disposto la condanna ad otto anni di reclusione nei confronti di Francesco Russo, il commerciante agrigentino che la notte del 25 agosto scorso sparò all’addome di un ventitreenne al culmine di una lite avvenuta nel centro di Joppolo Giancaxio. Il gup, pur riconoscendo le attenuanti generiche all’imputato, lo ha altresì condannato al pagamento di 50 mila euro in favore della vittima e 30 mila euro complessivi ai genitori del ragazzo, tutti costituitisi parte civile tramite l’avvocato Gianluca Sprio. La persona offesa, che subì una lesione al midollo, è costretta oggi a vivere su una sedia a rotelle. Russo è stato ritenuto responsabile dei reati di tentato omicidio, ricettazione, detenzione e porto in luogo pubblico di un’arma clandestina. L’accusa, sostenuta in aula dal pm Gaspare Bentivegna, aveva chiesto la condanna a 10 anni e 4 mesi.

I fatti risalgono al 25 agosto scorso quando – durante una lite – il commerciante esplose un colpo di pistola calibro 44 all’indirizzo di T.A., 23 anni. La vittima, colpita sotto la clavicola, subì una grave lesione al midollo spinale e anche ad un polmone. All’origine della zuffa, ricostruita anche grazie alla testimonianza dello stesso gruppo di amici, ci sarebbe stata la sottrazione-danneggiamento di un telefono di un cugino disabile di Russo. Quest’ultimo, dopo essersi armato, ha sparato al rivale per poi allontanarsi e trovare rifugio in una casa di campagna.  L’arma, con matricola abrasa, è stata gettata in un campo. È stato lo stesso Russo, fermato dai carabinieri in auto lungo la strada provinciale 18, a far rinvenire la pistola e i vestiti indossati quella notte. Il commerciante, che attualmente si trova agli arresti domiciliari, ha sempre negato di voler uccidere il ventitreenne. Nell’interrogatorio di garanzia dichiarò di aver sparato soltanto uno dei due colpi in canna e soltanto dopo esser stato colpito alla testa e aver perso gli occhiali da vista.

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