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Girgenti Acque, primi testimoni in aula: sentiti due carabinieri 

Il processo non sarà certamente breve: sentiti in primi due testimoni su una lista che ne conta quasi cento

Pubblicato 2 giorni fa

Il processo su Girgenti Acque riparte. Dopo una iniziale fase di stallo – dovuta a questioni preliminari legate alle intercettazioni, costituzioni di parti civili e finanche lo “scoglio” di trovare giudici compatibili, il dibattimento entra nel vivo. Il processo non sarà comunque certamente breve. Al via questa mattina l’audizione dei primi due testimoni dell’accusa – sostenuta dal pool composto dai pm Maria Barbara Grazia Cifalinò, Gaspare Bentivegna ed Elettra Consoli – su una lista che conta quasi cento persone che dovranno comparire in aula.

Si tratta di un ufficiale e un sottufficiale dei carabinieri che hanno riferito, rispondendo alle parti, i passaggi salienti della complessa attività investigativa svolta in questi anni. Il collegio ha così rinviato l’udienza al prossimo 26 maggio per l’escussione di altri tre testimoni. Sono 23 le persone che siedono sul banco degli imputati (difesi tra gli altri dagli avvocati Salvatore Virgone, Giuseppe Scozzari, Daniela Posante, Silvio Miceli) e tra questi compare l’ex patron di Girgenti Acque, Marco Campione. L’inchiesta Waterloo, che verte proprio sulla figura di Marco Campione e sull’ex colosso che per anni ha gestito il servizio idrico in provincia di Agrigento, ipotizza un’associazione per delinquere finalizzata ai reati contro la pubblica amministrazione.

La procura di Agrigento ipotizza una potente azione di lobbying e la creazione di un vasto sistema di corruttele volto ad eludere i controlli degli enti preposti e che avrebbe permesso di operare in regime di monopolio con relativi guadagni e conseguenze importanti anche sull’ambiente dovuta ad una presunta omissione dell’attività di depurazione delle acque. Le accuse, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la Pubblica Amministrazione, corruzione, frode in pubbliche forniture, furto, ricettazione, reati tributari, societari e in materia ambientale. Un’inchiesta comunque ridimensionata soprattutto nella fase preliminare quando il gup ha prosciolto diversi imputati “eccellenti” quali l’ex prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, accusato di aver “salvato” l’imprenditore Marco Campione da una interdittiva antimafia; l’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, l’ex parlamentare Francesco Scoma (entrambi accusati di finanziamento illecito ai partiti) nonché l’ex presidente della Provincia regionale di Agrigento Eugenio D’Orsi. Proscioglimenti che in prima battuta erano stati impugnati dalla procura di Agrigento. 

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