Ferito in agguato mafioso ma i killer avevano sbagliato bersaglio: riconosciuto indennizzo
Onesto lavoratore nei campi, con un passato da carabiniere, viene scambiato per il bersaglio designato e ferito gravemente dai killer in un agguato di stampo mafioso
Onesto lavoratore nei campi, con un passato da carabiniere, viene scambiato per il bersaglio designato e ferito gravemente dai killer in un agguato di stampo mafioso. Luigi Gueli, bracciante agricolo di Licata, oggi ha ottenuto (in parte) giustizia. Gli è stato riconosciuto – grazie al lavoro degli avvocati Davide Ciccarello e Simona Fulco – l’accesso al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso con conseguente indennizzo economico. Adesso l’attenzione è rivolta alle prossime udienze dinanzi al Giudice del Lavoro per ottenere il riconoscimento della rendita per infortunio sul lavoro non riconosciuta dell’INAIL
Gueli, colpevole soltanto di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, è stato ferito con diversi colpi di arma da fuoco alla faccia e alla mano. L’agguato si è consumato nell’estate 2021 mentre percorreva a bordo dell’auto del titolare una strada poderale di contrada Falconara, nelle campagne comprese tra Licata e Butera. Proprio quel veicolo ha tratto in inganno i killer che si sono avvicinato e hanno esploso al suo indirizzo diversi colpi di arma da fuoco. Gravemente ferito si finse morto e pur in fin di vita e con emorragia in corso riuscì con estrema difficoltà a chiamare i soccorsi. Dopo lunghe cure e dopo aver strenuamente lottato per la vita si è ripreso ma profonde sono le cicatrici che segnano e mutilano il suo corpo ed ancora più profonde le cicatrici dell’animo.
Oggi, senza lavoro, si ritrova nuovamente a lottare per il riconoscimento di legittimi diritti che spettano a chi è vittima di violenza mafiosa. Con l’assistenza degli avvocati Davide Ciccarello e Simona Fulco ha ottenuto, sussistendo tutti presupposti ed i requisiti, l’accesso al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso con riconoscimento di un indennizzo economico.
Soddisfazione esprimono gli avvocati Ciccarello e Fulco, i quali affermano che questo è un primo passo che certamente non potrà far ritornare Gueli come prima, non gli restituirà l’integrità fisica, certamente gli consentirà di avere un sostegno economico per affrontare le lunghe cure che lo attendono. Adesso l’attenzione è rivolta alle prossime udienze dinanzi al Giudice del Lavoro per ottenere il riconoscimento della rendita per infortunio sul lavoro non riconosciuta dell’INAIL. Osservano gli avvocati Ciccarello e Fulco che, nel momento dell’agguato, Gueli stava lavorando, eseguendo le proprie mansioni su direttive precise del datore di lavoro e non per sua libera scelta, conseguentemente il grave e violento fatto è ricollegabile all’occasione di lavoro ed indennizzabile come infortunio sul lavoro. Non vi è ragione ‐ continuano i legali – per escludere dalla tutela l’infortunio accaduto in attualità di lavoro, allorché esso è provocato da fatti delittuosi di terzi, purché il fatto abbia colpito il lavoratore nel corso di una attività resa necessaria dall’espletamento del suo lavoro e, ovviamente, purché i moventi di quel fatto non siano riconducibili a ragioni extraprofessionali proprie del lavoratore.”