Crisi idrica ad Agrigento, Legambiente: “serve nuova rete no dissalatori”
La nota dei rappresentanti di Legambiente, in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio e Ambiente della Camera
La crisi idrica in Sicilia “certamente non è legata solo alla siccità del 2024 che l’ha solo resa più evidente ma affonda le sue radici su problemi gestionali enormi e mai risolti”, “vent’anni fa si tentò con l’ultima riforma di risolverli non vi si riuscì perché si fecero tutta una serie di scelte sbagliate”. Lo ha detto il rappresentante di Legambiente dinanzi le Commissioni riunite Bilancio e Ambiente della Camera in audizione sulle misure per affrontare le situazioni di particolare emergenza idrica come la siccità in Sicilia e sull’attuazione del Pnrr (disegno di legge di conversione del decreto 31 dicembre 2024, n. 208). Il rappresentante di Legambiente ha osservato che ad esempio per la Sicilia “la soluzione proposta dal decreto cioè la realizzazione di tre dissalatori non è la soluzione giusta”.
Ad Agrigento, ad esempio, “bisognerebbe provare a finanziare e realizzare la nuova rete idrica della città per consentire alla città stessa di avere l’acqua 24 ore su 24, senza aumentare i costi in tariffa per i cittadini e riducendo notevolmente la quantità di acqua che viene immessa per raggiungere le case dei cittadini” perché “se ho una rete colabrodo aumentare la quantità di acqua che immetto nella rete non è il modo più efficace per risolvere il problema. Bisognerebbe intervenire sulle rete e che venga automatizzata la distribuzione”. “La realizzazione di tre dissalatori in Sicilia non è la soluzione giusta. La città più problematica, Agrigento, viene fornita di 200 litri secondo, di questi più della metà vengono persi a causa di una rete di distribuzione colabrodo. Secondo il decreto il dissalatore di Porto Empedocle porterebbe un aumento a 300 litri, che si andrebbero a perdere con costi molto superiori. Basterebbe invertire la logica. Invece di fare il dissalatore occorrerebbe finanziare e realizzare una nuova rete idrica della città per consentire di avere acqua 24 ore su 24 con meno dei 200 litri oggi immessi in rete, senza aumentare i costi in tariffa per i cittadini”. Lo hanno detto i rappresentanti di Legambiente, in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio e Ambiente della Camera, sul dl Pnrr (o Emergenze). “Nelle periferie è necessario associare agli interventi di tipo infrastrutturale anche interventi di riqualificazione sociale. Tutti gli strumenti di cui si è dotato il nostro Paese negli anni sono stati caratterizzati dallo stesso problema, l’impossibilità di finanziare interventi di tipo sociale in quanto legati alla responsabilità del ministero delle Infrastrutture. E’ evidente che va invertita la rotta, si devono fare investimenti consistenti e costanti non di tipo emergenziale e fare in modo che agli interventi infrastrutturali siano associati costantemente interventi di natura sociale. Bisogna passare da un approccio sicuritario ad un approccio che coinvolge la comunità”.