Agrigento

Cala il sipario sul Festival Venti Mediterranei 2024

Uno degli obiettivi strategici è stato sicuramente quello di creare relazioni tra i ragazzi e le comunità ospitanti

Pubblicato 29 minuti fa

Cala il sipario sul Festival Venti Mediterranei 2024, tenutosi ad Agrigento dall’11 al 12 ottobre dopo le date di Torino presso Terra Madre-Salone del Gusto. Il Festival è stato inserito nel progetto Youth&Food, tenutosi tra le città di Torino e Agrigento in tre anni di attività che hanno visto coinvolti oltre 60 minori non accompagnati. Il Progetto, finanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini, ha visto Slow Food International come capofila e diversi partners tra le due città italiane. Gli obiettivi sono stati la creazione di percorsi di autonomia abitativa, formazione e inserimento sociale e lavorativo nell’ambito della filiera agro alimentare.

Uno degli obiettivi strategici è stato sicuramente quello di creare relazioni tra i ragazzi e le comunità ospitanti, sensibilizzando queste rispetto ai temi del cibo, della cultura, dell’ambiente, delle cause delle migrazioni e della necessità di costruire ponti multiculturali capaci di creare pace e benessere per le persone.

Il Festival si è articolato attraverso eventi legati alle presentazioni dei percorsi seguiti dai ragazzi e la restituzione dei dati alle comunità, momenti musicali, con Faysal Taher, oltre che gastronomici, che hanno visto protagonisti molti ragazzi inseriti nel Progetto

Di rilevante interesse culturale è stato senz’alto il Convegno “Le culture dell’olivo nel Mediterraneo; tra storia, identità e simbolismo”, tenutosi allo Spazio Temenos,  con ospiti di grande rilievo come don Giuseppe Cumbo, vicario generale dell’Arcidiocesi di Agrigento, Achraf Halouani, imam di palermo, Ercole Aloe, agronomo, Antonino Frenda, antropologo, Fabio Di Francesco, Presidente di Slow Food Sicilia, moderati da Onofrio Dispenza. E’ proprio l’ulivo ci ha riportato sulle tragedie che si stanno consumando sulle sponde del Mediterraneo, dove sono in atto campagne di sterminio e di pulizia etnica fratricida, all’ombra degli ulivi, spesso distrutti come atto di intimidazione o di vera e propria aggressione coloniale.

Grande momento di commozione e di grande apprezzamento di pubblico, per Venti mediterranei Cinema, è stata la presentazione del documentario “Ketò” (Innesto, in lingua Mandinka) di Andrea Vanadia. Il documentario, che racconta tre anni di Progetto attraverso le storie di quattro ragazzi, è una toccante metafora per descrivere l’arrivo di questi giovanissimi, senza genitori, che possono dare nuova linfa positiva per le comunità in crisi, generando nuovi e preziosi contesti di produzione e di lavoro per tutti, se avviati nel rispetto della legalità e della dignità delle persone. A seguire, struggente e bellissimo è stato il film di animazione The Tower, del regista norvegese Mats Grorud, sul dramma dei profughi palestinesi in Libano doppo la Nakba del ‘48.

Il Festival si è chiuso con un arrivederci all’edizione 2025 e con un ringraziamento alle organizzazioni e alle persone che ne hanno reso possibile la realizzazione, tra cui: il Comune di Agrigento- Agrigento Capitale della Cultura 2025; Slow Food Italia, Slow Food Sicilia, Arci Agrigento, Legambiente-Circolo Rabat Agrigento, Comunità Slow Food Zagara-Al Zahar, Capp Cooperativa sociale, Immagina, TTT, Val Paradiso, Tenute Cuffaro.

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