Alla scoperta degli Ipogei di Agrigento, l’attività del gruppo speleologico Dauno
L'attività si sta concentrando all'interno dell'ipogeo di Bonamorone che alimenta l'omonima fontana
Il Gruppo Speleologico Dauno (Foggia), sta svolgendo delle ricerche sia storiche che scientifiche, nella complessa rete di acquedotti presenti nel sottosuolo agrigentino da tempo dimenticati e risalenti al V secolo a.c., ed in particolare nell’ipogeo di Bonamorone che alimenta l’omonima fontana. “Stiamo iniziando a documentare le tracce lasciate dagli utensili utilizzati per lo scavo con delle macrofotografie e dei calchi effettuati su di essi per poi confrontarli successivamente con quelli presenti su altri ipogei, ma oltre a questo abbiamo trovato dei fossili evidenti inglobati lungo le pareti, e durante questi sopralluoghi con molta sorpresa ci siamo imbattuti anche in varie incisioni, fatte in tempi più recenti, molto probabilmente da persone che ne curavano la manutenzione, come per esempio una croce con inciso una data e altre scritte che sono da documentare”, ci racconta Natalino Soccio uno dei ricercatori del gruppo speleologico, che una volta ultimato il lavoro di ricerca, verrà raccolto e mostrato al pubblico, anche in occasione di Agrigento Capitale 2025. Vista la crisi idrica ad Agrigento il gruppo è stato anche sollecitato dalla Prefettura e dal Comune di Agrigento per cercare di capire se l’ipogeo suddetto potesse alimentare la città oltre che far arrivare acqua alla fontana. “La portata dell’acqua non è tanta, al massimo si riesce ad alimentare la fontana”, ha detto Soccio.