Agrigento, in Vicolo Cannameli si ricorda l’afro-beat Fela Kuti
Dal dialogo fra Bruccoleri e Puglia è venuta fuori a tutto tondo la figura dell’afro-beat
Rewind.
Il nastro torna indietro per il Vicolo Cannameli che circa sei anni fa aveva ritrovato un suo riscatto dall’abbandono che coinvolgeva (e coinvolge) il centro storico di Agrigento.
E lo ritrova ancora una volta per merito dell’associazione Sbem che vi ha posto la sua sede e che nel suo logo non manca di raffigurare il sempiterno San Calò.
Indovinato, quindi, il ricordo di Fela Kuti, il non dimenticato re dell’afro-beat che Roberto Bruccoleri e il musicologo Antonio Puglia hanno voluto proporre a un folto gruppo di giovani convenuti, con la presentazione della biografia di Fela scritta da Carlos Moore e con la colonna sonora della strumentalità del compositore nigeriano.
Dal dialogo fra Bruccoleri e Puglia è venuta fuori a tutto tondo la figura di Fela Kuti, un viaggio nell’anima e nel corpo di questo infaticabile panafricanista che alle forze opprimenti del colonialismo oppose la sua musica immortale.
Un uomo – è stato rilevato – che scatenava l’ira dei governi e otteneva fedeltà e seguito incondizionato dalle fasce emarginate di un continente, arruolandolo in una guerra senza quartiere contro l’assenza di libertà e la corruzione imperante.
Kuti era nato nel 1938 e morì nel 1997, questa biografia “Fela questa bastarda di una vita” racconta nei dettagli un percorso sofferto e spericolato a tratti contraddittorio ma sempre vissuto con un afflato rivoluzionario affidato a una musica “africana” non corrotta dalle estetiche occidentali.
foto di Diego Romeo