Un cittadino del Gambia, Sulayman Touray, e uno della Costa d’Avorio, Sekou Sylla, sono stati fermati dalla Squadra mobile di Trapani, guidata da Fabrizio Mustaro, e dalla Guardia di Finanza.
Sono ritenuti gli scafisti del maxi sbarco avvenuto lo scorso 3 agosto, quando 466 migranti, tratti in salvo in cinque diverse operazioni nel Canale di Sicilia, sono approdati a bordo della nave Dignity I dell’associazione Medici senza frontiere al molo Ronciglio.
Ad incastrarli ci sarebbero le testimonianze dei loro compagni di viaggio che agli investigatori hanno raccontato le fasi del viaggio, dalla partenza dalla spiaggia di Sabrata, in Libia, fino al momento del soccorso, avvenuto dopo una notte di navigazione.
Sarebbero stati Touray e Sylla, poco più che maggiorenni, a guidare le imbarcazioni, utilizzando all’occorrenza una bussola per seguire la rotta e un telefono satellitare per chiamare i soccorsi.
Strumenti che erano stati consegnati ai due presunti scafisti da faccendieri libici, che, a bordo di un altro gommone, avrebbero sorvegliato i natanti per alcune miglia di navigazione. Secondo il racconto dei migranti, i due presunti scafisti, prima della partenza, sarebbero stati sottoposti a un rigoroso e lungo periodo di formazione e addestramento alla navigazione da parte degli stessi trafficanti libici.
Il gip di Trapani, condividendo le risultanze investigative della Squadra mobile e della Guardia di Finanza, ha convalidato il provvedimento di fermo, disponendo la custodia cautelare in carcere.