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Licata, dopo le trombe d’aria, agricoltori in ginocchio

La disperazione diventa dramma per gli agricoltori licatesi le cui aziende sono state devastate dalle tre trombe d’aria dello scorso 10 di ottobre. Malgrado non abbiano più nulla, devono comunque pagare le tasse per aziende che, di fatto, sono chiuse. Così lanciano un grido d’appello, disperato, a tutte le istituzioni. Lo riporta ils ito canicattiweb.it.
“La questione è semplice – dicono i produttori agricoli – entro il 30 di novembre, dunque, lunedì (domani ndr) dobbiamo versare la prima rata dell’Irap. Si tratta di acconti che per ogni azienda non sono inferiori a cinquemila euro, ma dove li prendiamo questi soldi, se non abbiamo più nulla. Avevamo chiesto al Comune ed alla Regione di intercedere presso gli organismi competenti affinchè potessimo ottenere, perlomeno, una sospensione immediata delle tasse relative alle nostre aziende, ma finora non abbiamo ottenuto alcuna risposta”.

Lo scorso 10 di ottobre, come si ricorderà, bastarono cinque minuti per mandare in fumo i sacrifici di decenni. Secondo le stime della sezione cittadina dell’assessorato regionale all’Agricoltura, le trombe d’aria hanno letteralmente distrutto cento aziende agricole licatesi (ed alcune della vicina Palma di Montechiaro), provocando danni che sfiorano i sei milioni di euro. Da allora gli agricoltori manifestano la loro preoccupazione per l’accaduto e chiedono aiuto.