Quando il matrimonio accede sulle tavole del palcoscenico son risate e dolori, ironie e scelleratezze.
Dalle “Supplici” ai “Maneggi per maritare una ragazza” c’è una lunga sequela di titoli per finire al recente (si fa per dire, è del 1763) “Matrimonio per concorso” di Carlo Goldoni che l’empedoclino Francesco Principato ha messo in scena l’altra sera nell’anfiteatro della parrocchia di Contrada Ciuccafa.
Una affluenza di spettatori che supera quella del “Teatro Pirandello” ha applaudito un manipolo di attori che Principato alleva nella sua “Bottega del sorriso” e già siamo al terzo anno consecutivo che l’attore e regista elabora, traduce e mette in scena opere goldoniane. Non solo, ma occorrerebbe rilevare come l’ospitalità e lo slancio ad operare gli vengano date da una parrocchia, prima quella di Monserrato e quest’anno la parrocchia santissima Trinità.
Lo facciamo notare per quanti ancora sono scettici su un dato storico: la Chiesa agrigentina è stata sempre in prima linea per gli avanzamenti sociali e culturali della nostra provincia. Avanzamenti che la politica nemmeno se li sogna. Ieri come oggi, con una realtà teatrale e un fiorire di compagnie di cui i sindaci taumaturghi e i loro interessati famigli non ne tengono conto: da “Attori per caso” di Alfonso Gueli alla “Bottega del sorriso” per citare solo alcuni casi eclatanti che operano già da tre-quattro anni. Tempio delle loro messe in scena il glorioso “Teatro della posta vecchia” oppure gli anfiteatri delle parrocchie insieme agli occasionali palcoscenici di alcuni paesi dell’entroterra.
“La bottega del sorriso” – precisa Franco Principato – raggiunge la sua nona messinscena. Nove anni di attività teatrale, nove anni in cui il laboratorio teatrale è stato momento di aggregazione sociale, di incontro e di integrazione fra persone diverse per età, per estrazione, per esperienza e al contempo accomunate da una forte passione per il teatro e per il prossimo. “La bottega del sorriso” non è una compagnia, anche se i successi di pubblico hanno ingenerato un’acclamazione in tutta la provincia, un successo che è stato un riconoscimento per il coraggio della scelta delle opere e il riconoscimento del talento di giovani appassionati. L’adattamento di “Matrimonio per concorso” una commedia di Carlo Goldoni, proietta i personaggi veneziani del settecento, in una Sicilia fra le due guerre, sostituendo arlecchini e colombine con caratteri nostrani interpretati da ben dieci attori sulla scena. Come tutte le altre commedie dell’autore veneziano,- prosegue Principato – prende di mira i tristi caratteri delle persone di basso livello morale, quelle persone che puntano sulle apparenze, sul denaro, sulla scalata sociale a costo delle prevaricazioni e della infelicità del prossimo, anche se il prossimo è un componente della stessa famiglia. Si è scelto di adattare una commedia poco rappresentata, almeno in prosa. Il componimento infatti ha avuto maggior fortuna invece come opera lirica, prima con libretto di Gaetano Rossi e musica di Giuseppe Mosca e poi con il grande successo della elaborazione musicale del grande Gioacchino Rossini su libretto di Palomba e Tolotta.
E per restare nella storia di questa commedia, anche questo adattamento, mantiene alcuni momenti musicali in cui i talentuosi Pasquale Infantino, Carola Burgio & co. mettono alla prova non solo le loro ugole, ma anche le capacità interpretative.
Anche quest’anno il timbro interpretativo che il regista Principato conferisce alla commedia è lo spirito autentico goldoniano col suo impegno giocoso, col popolino litigioso ma non cattivo, le mediazioni e gli equivoci che si risolvono in una coralità di risate.
Anche qui le eterne baruffe chiozzotte come necessità di una società ciarliera mentre la traduzione in dialetto siculo con dialoghi calibrati che, come si sa, fanno la felicità degli attori, impegnano lo spettatore ad afferrarsi a tutto il complesso visivo ed emotivo che esemplifica la fruizione. Un risultato che premia circa un anno di lavoro con attori non professionisti. Quest’anno sulla scena c’erano ben cinque attori debuttanti, segno che l’operazione Principato produce proseliti.
Ecco i loro nomi: Filippo: Francesco Principato; Lisetta: Fabrizia Lazzara (debuttante, 16 anni); Minico: Piero Travali; Pandolfa: Leda Cutugno; Anselma: Maria Teresa Tabone; Dora: Carola Burgio (debuttante); Roberto: Pasquale Infantino; Commendatore Russo: Salvatore Prestia (debuttante); Signora Fortuna: Stefania Gelo (debuttante); Signorino Trovato: Gerlando Giardino (debuttante, 14 anni).
Lo spettacolo in tre atti, presentato da una strepitosa Samantha Caruana, è stato inframezzato dalla esibizione della voce solista: Sara Dalia con al piano e chitarra Leandra Venuti – cantante: Pamela Salamone.
Testo e foto di Diego Romeo