Il palchetto d’onore che di solito ospita il sindaco Calogero Firetto era vuoto l’altra sera.
Ma certamente qualcuno avrà raccontato al primo cittadino che la sua chiamata a una democrazia partecipata ha finalmente avuto successo. E’ accaduto nel finale di rappresentazione della commedia trhiller “Forbici e Follie” allorquando il copione prevedeva la chiamata in causa degli spettatori per risolvere il giallo dell’assassino della signora Eulalia che non compare mai in scena e che non è da confondere con quell’Eulalia Torricelli “che aveva tre castelli, uno per mangiare, uno per dormire e l’altro per amare”.
Gli era andata male al sindaco quella prima chiamata di qualche settimana fa durante la presentazione dei suoi progetti per la città. Un flop clamoroso con una trentina di persone, compresa la sua Giunta, nel saloncino del Circolo Empedocleo.
Adesso la rivincita con 500 cittadini prodighi a indicare l’assassino e a partecipare a una terapia di gruppo per la quale la commedia era stata scritta da Paul Porter e che ci dicono le cronache va in scena dal 1963. Notizia di cui dubitiamo visto che le cronache ci informano che la commedia più rappresentata è “Trappola per topi” di Agata Christie, nientemeno che dal 1952 data della sua prima rappresentazione. Amici londinesi ci assicurano che a Londra il Saint Martin’s Theatre la rappresenta ogni sera e che comunque un teatro che la rappresenti è facile trovarlo dovunque.
Una fortuna inaspettata anche se costretta questa terapia di “Forbici e follie” da applicare e far trasmigrare dovunque anche in Giunta e Consiglio comunale senza dimenticare, sia chiaro, Palazzo d’Orleans o Montecitorio. Ed è bene anche non farsi troppe illusioni perché Agrigento è quella città termale della mafia che distrugge e incendia cassonetti di spazzatura, cabine telefoniche, auto a gogo e che persino si è macchiata parecchie decine di anni fa, di un crimine “che i libri di storia non hanno mai raccontato”: la depredazione e la distruzione di una ventina di roulotte della Protezione civile posteggiate in zona Icori-Parco dell’Addolorata (Grandangolo anni fa pubblicò una fotografia che documentava il parcheggio).
Probabilmente il sindaco ha l’obbligo di farsi certe illusioni pedagogiche, anzi dovrà perseverare anche se la città dei templi non è solo la città del Tempio della Concordia. Lui che proviene dalla Marina, notoriamente nata dal “ventre molle di Girgenti”, lo sa benissimo. Ci sarà in motivo perché Leonardo Sciascia non amava (dichiaratamente) Agrigento e recentemente anche Andrea Camilleri ci ha messo pure qualcosa di suo facendo esplodere polemiche campanilistiche.
Non è qui comunque che si vuol fare un elenco dei “paesi canaglia”. Sarebbe doveroso e terapeutico. Ma esiste la voglia di farlo? Converrebbe a tutti andarsi a leggere una epigrafe del nostro Empedocle scolpita nella roccia e collocata da Silvio Benedetto in piazza San Giuseppe: ”Non cesserete dall’uccisione? Dall’uccisione che ha un’eco funesta? Non vedete che vi divorate reciprocamente per la cecità della mente?”
Benvenuta quindi “Forbici e follia” commediola che diverte e sotto sotto castigat mores anche se passerà alla storia per questa innovazione terapeutica che sembra sia unica come escamotage nella letteratura teatrale. Un nostro amico critico e scrittore, l’empedoclino Francesco Principato, su “Teatro.org” ha scritto che inizialmente la commedia risulta ”convulsa (chiaramente voluta per… confondere i testimoni) è recitata in un parossismo eccessivo al punto che non si riusciva a comprendere la recitazione, soprattutto della Terrinoni, l’unica comunque a non sembrare in gran forma. Eccezionali invece Roberto Ciufoli e i simpaticissimi Michela Andreozzi e Max Pisu. A Ninì Salerno e a Nino Formicola spetta il doppio compito di divertire e al contempo dettare gli indirizzi di un proseguo delle improvvisazioni sempre nel binario della traccia.”
Una valutazione sulla quale un po’ tutti siamo d’accordo.
Ma il suggerimento terapeutico resta. Il sindaco e la città ne prendano slancio.