In rapporto al numero di residenti, le province da cui hanno origine i più rilevanti flussi in uscita di italiani sono prevalentemente quelle siciliane e quelle al confine nord del Paese. Tra le prime si segnalano, in particolare, le province di Agrigento, Enna e Palermo dove si riscontrano, rispettivamente, tassi di emigratorietà del 2,6, del 2,5 e del 2,4 per mille abitanti. Nelle zone di confine, dove maggiori sono le possibilità di espatrio a corto raggio, si contraddistinguono le province di Imperia (3,5 per mille), Bolzano (3 per mille) e Trieste (2,9 per mille). Nel 2014, il saldo migratorio con l’estero degli Italiani con almeno 25 anni evidenzia una perdita di residenti pari a 45 mila unità, di cui ben 12 mila sono individui in possesso di laurea. Una significativa perdita di residenti riguarda anche coloro in possesso di un titolo di studio fino al diploma di scuola media superiore (-33 mila). Sul versante dei rientri in patria va sottolineato un cospicuo incremento rispetto al 2013 del numero di laureati (+18,6%). Tale fenomeno potrebbe essere stato in parte prodotto dalla Legge 238/2010 (conosciuta come legge sul Controesodo) che, attraverso un sistema di sgravi fiscali, incentiva il rientro di risorse umane altamente qualificate. Si abbassano, invece, ulteriormente i rientri in Italia di cittadini in possesso di titolo di studio inferiore alla laurea (-2,8% sul 2013). Sulle versante delle partenze Germania, Regno Unito, Svizzera e Francia si confermano le principali mete di destinazione. Il Regno Unito è la meta preferita dei laureati (oltre 3 mila), davanti alla Germania (2mila 400). La Germania (7 mila 500), invece, è la meta preferita tra coloro che posseggono un titolo di studio fino al diploma, davanti al Regno Unito (6 mila 700). Infine, tra le mete a lungo raggio, oltre i confini dell’Europa ci si reca soprattutto negli Stati Uniti (oltre 4 mila) e in Brasile (mille 800), movimenti che interessano, in un caso su tre, italiani in possesso di laurea.