Sara’ discusso domani, davanti al Tribunale del riesame, il ricorso presentato dai legali del presidente della Wind jet, l’ex patron del Calcio Catania, Antonino Pulvirenti, e dell’amministratore delegato della societa’ low cost, Stefano Rantuccio, agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta per il buco di bilancio della compagnia aerea. I due sono stati posti agli arresti domiciliari dalla guardia di finanza lo scorso 29 gennaio in esecuzione di un provvedimento del Gip Giuliana Sammartino. I legali di Pulvirenti e Rantuccio hanno chiesto la revoca degli arresti domiciliari e del sequestro patrimoniale personale,. Non si discutera’, invece, della misura interdittiva che vieta l’esercizio della professione che, per disposizioni procedurali, sara’ trattata successivamente, sempre davanti al Tribunale del riesame. Secondo le indagini della Guardia di Finanza nel bilancio della Wind Jet sarebbero state realizzate “artificiose sopravalutazioni operate con il contributo di societa’ estere che, attraverso perizie di comodo, hanno gonfiato il valore delle rimanenze di magazzino per oltre 30 milioni di euro”. Nell’agosto del 2012 con gli aerei a terra, a fronte di 20milioni di euro incassati con biglietti gia’ emessi, l’azienda ha chiuso non potendo piu’ coprire le spese e 500 dipendenti sono stati licenziati. Il fallimento e’ stato evitato con l’accesso, nel maggio del 2013, a un concordato preventivo per fare fronte a un passivo di 238 milioni di euro e a un debito con l’Erario di 43 milioni di euro. L’inchiesta della Procura di Catania e’ coordinata dal procuratore Michelangelo Patane’ e dai sostituti Alessia Natale, Alessandra Tasciotti e Alessandro Sorrentino.