Inserito da tempo nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità, insieme tra gli altri a Matteo Messina Denaro, al camorrista Marco Di Lauro, al mafioso palermitano con interessi e parenti nell’agrigentino Giovanni Motisi e ad Attilio Cubeddu, il 51enne ‘boss’ della ‘ndrangheta Rocco Morabito è stato preso a Montevideo, la capitale dell’Uruguay, paese dove viveva da anni.
Tramite un provvedimento di cattura ‘rosso’ dell’Interpol, Morabito è accusato di aver fatto parte tra il 1988 e il 1994 di un gruppo del narcotraffico, che organizzava il trasporto della droga in Italia e la distribuzione a Milano.
Il ministero degli Interni del paese uruguaiano cita inoltre i casi del traffico “nel 1993 di 32 kg di cocaina in Italia, operazione fallita a causa della cattura in Francia di un trafficante e di 592 kg nel 1992 dal Brasile all’Italia, droga confiscata in quest’ultimo paese”.
Da ultimo, si ricorda un’ operazione l’anno successivo con 630 kg di cocaina.
“Dopo sei mesi di intense attività d’informazione e intelligence è stato accertato” che Morabito aveva ottenuto “documenti uruguaiani presentando documenti brasiliani con il nome di ‘Francisco Capeletto'”, ha precisato il ministero degli interni, sottolineando che l’arresto e’ avvenuto “in un hotel del centro di Montevideo”.
Morabito, esponente di spicco della cosca omonima che ha base ad Africo nella Locride,deve scontare una pena definitiva di 30 anni di reclusione.
Gli agenti della polizia locale lo hanno arrestato in un hotel della capitale. Subito dopo è stata compiuta anche una perquisizione nella casa in cui risulta vivesse il boss calabrese: una lussuosa villa con piscina nella quale sono state sequestrate dodici carte di credito, assegni in dollari e denaro in contanti, oltre a 13 telefonini, armi e a una Mercedes e 150 foto carnet con il viso del latitante soprannominato ‘U Tamunga’.