“Dal punto di vista squisitamente contabile l’operazione ha una sua logica e un suo fondamento, ma sotto il profilo politico esprimo forte perplessità”. Il consigliere comunale del gruppo “Uniti per la Città”, Pasquale Spataro, prende le distanze dalla scelta operata dall’amministrazione di Palazzo dei Giganti circa il ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti per l’accensione di un mutuo, destinato a saldare i debiti pregressi per un ammontare complessivo che si aggira sui 3, 5 milioni di euro. “Comprendo che si tratta di un mutuo a tasso agevolato, capisco che la scadenza è trentennale – osserva Spataro- ma è pur sempre un debito che finirà per gravare sui contribuenti agrigentini, già pesantemente tartassati. In buona sostanza si vogliono onorare i vecchi debiti contraendone uno nuovo. Siamo di fronte ad una scelta, ancora una volta presa senza il coinvolgimento di tutti i settori della maggioranza e più in generale di aula Sollano – sottolinea il consigliere comunale del gruppo “Uniti per la Città” – dettata dai numeri e dai calcoli aritmetici, svuotata però di contenuti e valori a cui le istituzioni politiche hanno il dovere di fare riferimento, anche se l’esigenza è quella di fare quadrare i conti. Certo, la formula adotta risulta essere la più semplice, ma non è, a mio avviso, la più idonea e nemmeno la più efficace, tenuto conto del contesto amministrativo e debitorio del Comune di Agrigento e della elevata percentuale in termini di prelievo a carico della platea, già conosciuta all’anagrafe tributaria. La strada da seguire era allora un’altra – puntualizza Spataro – evidentemente tutta in salita, più faticosa rispetto al mutuo portato agevolmente a casa. E sarebbe risultato certamente meno pesante per i contribuenti e non avrebbe minimamente intaccato la già limitata dinamicità del bilancio comunale, sensibilmente provato ed ingessato. Mi riferisco ad una seria ed incisiva lotta, senza quartieri e senza confini, all’evasione e all’elusione e ad un’azione d’urto per incassare le somme derivanti dalle pratiche di sanatoria edilizia. Mi rendo conto che si tratta di un sfida complicata, ma doverosa sia per una questione morale, di equità, di giustizia sociale, ma anche per dimostrare concretamente e seriamente che al Comune di Agrigento si respira finalmente un’aria diversa. Una rivoluzione culturale, amministrativa e politica che purtroppo tarda ad arrivare. Così come tarda ad arrivare, è la politica dei debiti contribuisce a rallentarne il percorso, la possibilità di immaginare e programmare uno sviluppo armonico per questa nostra città, immobilizzata da un bilancio caratterizzato da criticità a non finire, scarsa liquidità e limitazioni legate alla presenza di altri mutui da pagare e di un fondo dal quale ogni anno prelevare ed elargire alla Regione una somma che supera un milione e mezzo di euro per ratei attivi ormai stralciati dal bilancio”.