Sono ancora molti i punti oscuri da chiarire sull’episodio che, nella notte tra giovedì e venerdì, ha visto coinvolto il parroco di Contesse, Santino Cannistrà, e la sua auto andata in fiamme in piena notte.
Le indagini avviate dagli agenti delle Volanti e dal personale dei Vigili del Fuoco, infatti, non hanno ancora definito se l’atto sia stato doloso o meno, ovvero se qualcuno abbia intenzionalmente mandato a fuoco la Ford Fiesta del sacerdote oppure se si sia trattato di un cortocircuito.
L’episodio è avvenuto poco dopo le 4 di notte, quando una chiamata alla Sala Operativa dei pompieri ha fatto scattare l’intera macchina dei soccorsi. Quando i vigili del fuoco sono arrivati dinnanzi alla Chiesa di Santa Maria Immacolata, l’auto del parroco era in fiamme. Il rogo è stato velocemente circoscritto, mentre gli agenti delle Volanti hanno iniziato a sentire i primi testimoni per capire cosa fosse successo.
Adesso, a Contesse, tutta l’attenzione è rivolta verso questo episodio. Lo stesso Cannistrà, nell’omelia di oggi, ha escluso la pista “accidentale”. Secondo il parroco, infatti, dietro l’atto vi sarebbe la mano di qualcuno, anche se gli inquirenti non lo confermano.
“Non è così che si può fermare la liberta di azione e di pensiero di un prete”, ha detto don Cannistrà.