Altro che “striscia di Gaza” o “corridoio di Danzica”, la vicenda dell’appezzamento di terreno, quel “fazzoletto di terreno” fangoso a ridosso dell’Hotel della Valle, poteva essere trattato con più criterio amministrativo.
Oggi invece sta causando, a carambola, un cataclisma mediatico che, al solito ci fa apparire ciò che non vorremmo essere. Un contendere agrigentino, quello che investe l’Hotel della Valle, che fa scoprire altre tombe e altri scheletri e vede un solo ex-consigliere comunale sugli scudi e sulla legalità. Con i soliti guai e dicerie varie per chi resta solo su queste e altre vicende perché poi è facile essere additati o, più o meno, metaforicamente “sparati”.
L’ex candidato sindaco di Agrigento ed ex-vicepresidente del consiglio comunale Giuseppe Di Rosa vede oggi giungere a compimento tutta una serie di delicate denunce che lo vedono “capocomico” in questo teatrino della politica nostrana mentre Crocetta e Faraone, narrano le cronache-, si accapigliano e fanno volare gli stracci di una povera isola.
L’episodio di Agrigento , nel suo piccolo, è grandioso come sintomo di una patologia politica dura a morire. Giuseppe Di Rosa lo racconta proprio sul terreno della contesa,” su uno sporco fazzoletto di terra.”
“Siamo qua stamattina per chiarire gli eventi. Intanto ancora una volta Giuseppe Di Rosa ha scoperchiato le pentole e ancora una volta Giuseppe Di Rosa ha ragione sui fatti dell’ultima ora evidenziati dalla stampa nazionale. Già lo scorso anno avevo sollevato la situazione della vendita di questo terreno in piena campagna elettorale. Come preannunciavo non si poteva effettuare la vendita, lo dice oggi la Regione ma c’è da fare un distinguo. Stamattina sono qua proprio perchè mi dà fastidio che oggi, dopo avere sollevato il problema anche la deputazione regionale si rende conto di quello che era successo. Ma come mai non se ne era accorta prima? E come mai oggi si affianca questo problema a quello di Furnari e di Porto Empedocle? Io ho le carte per dimostrare che questo caso non è uguale a quello. L’attuale sovrintendente oggi non è in causa perché il tutto viene concluso nel 2013 e ancora una volta vorrei precisare che non faccio il giustizialista ma faccio politica. Mi dà fastidio sentire che oggi si debba sollevare dall’incarico una soprintendente che non c’entra, poi se ha fatto bella figura o meno davanti alle telecamere ognuno si assume le sue responsabilità, però una cosa è certa. Non c’entra nulla perché questa è una controversia tra la Tas che gestisce un albergo accanto alla striscia di terreno e la soprintendenza. Controversia che nasce nel 1988 con la soluzione che viene adottata dagli uffici regionali della vendita del terreno e di cui, state pur certi, non interessava nessuno perché è un terreno non edificabile, e oggi, vendita o meno, fin da principio ho detto che non era possibile farla. Ma c’è un atto di vendita, la proprietà odierna se invitata dalla Regione, come sta avvenendo, valuterà assieme alla Regione come e quando restituire il bene, però sia chiaro che una cosa è voler fare politica becera sulle spalle delle persone e degli imprenditori e una cosa è portare alla luce queste vicende. Preciso che non ho mai condiviso il modus operandi della Regione e dei suoi uffici e oggi viene evidenziato che erano in errore. Non si può condannare colui che è stato invitato dalla regione per sanare un contenzioso tra la regione e la stessa azienda condannando l’imprenditore. Assolutamente no, l’imprenditore ha pagato, oggi l’imprenditore è parte lesa e lo era pure prima perché in questo terreno dove ho voluto fare la conferenza stampa ci sono delle vasche di contenimento che la regione non manuteneva. Da qui nasce il tutto. Allora dico, una volta e per tutte, la politica agrigentina quella regionale e nazionale si occupino delle situazioni prima che vengano scoperte dagli altri, perchè se un deputato regionale non si accorge di nulla e poi viene fuori per chiedere la testa dell’ uno o dell’altro per andare a piazzarvi un proprio uomo non ha valore alcuno perché si continua a fare la becera politica che ho sempre lottato. In ultimo vorrei dire che questa situazione di Agrigento non deve essere affiancata a quella di altre situazioni dove invece c’è lo sfruttamento di quei terreni e anche a Porto Empedocle c’erano delle villette da fare. E’ giusto stare con gli occhi aperti e capire cosa succede nel proprio territorio. E a questo proposito vorrei chiarire cosa facevano le famigerate commissioni comunali quando si riunivano suscitando la falsa gettonopoli agrigentina, ecco cosa facevano le commissioni, portavano alla luce questo episodio e quello che era successo sul PRG e tante altre cose che oggi stanno venendo fuori.”