L’Assemblea regionale siciliana ha approvato la riforma delle EX PROVINCE con 38 voti a favore, 19 contrari e due astenuti. Subito dopo il voto il Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha annunciato: “E’ intenzione di questa Presidenza indire al più presto una conferenza dei capigruppo e incardinare la mozione presentata dal deputato Fazio che riguarda i rapporti Parlamento-governo – dice – Il Parlamento regionale si è trovato in difficoltà per una mancata resistenza di fronte alla Consulta del governo regionale Crocetta. Era doveroso resistere di fronte a una impugnativa”. E conclude: “Mi auguro che non ci siano impugnative sollevate dai sindaci metropolitani”.
I sindaci di Palermo, Messina e Catania non saranno i sindaci delle città metropolitane, come prevede, invece, la legge Delrio. L’emendamento, della riforma delle ex PROVINCE, a firma Pd, è stato approvato dall’Assemblea regionale siciliana, con il voto segreto. Governo e maggioranza sono stati battuti in aula con 33 voti contrari. L’Assemblea, grazie al voto segreto richiesto dal deputato Giovanni Greco (Mpa), ha bocciato l’emendamento a firma del capogruppo Pd Alice Anselmo e del vice Giovanni Panepinto. La norma prevedeva che “il sindaco metropolitano è di diritto il sindaco del comune capoluogo”. E ancora: “Qualora il sindaco metropolitano cessi dalla carica per cessazione dalla carica di sindaco del comune capoluogo, il vicesindaco rimanga in carica fino all’insediamento del nuovo sindaco metropolitano”. E’ stato bocciato anche l’emendamento di Mimmo Turano (Udc) che prevedeva il voto ponderato solo tra sindaci. Per Turano “sapere di approvare una legge che non rispetta i parametri indicati, significa andare incontro consapevoli ad una nuova impugnativa. Chiedo consenso e attenzione su questo, approviamo una legge che rispetti i parametri che ha indicato la presidenza del consiglio”.