Lampedusa non dimentica quel 3 ottobre 2013. Numerose le iniziative per la giornata di oggi, che in realtà sono cominciate in una quattro giorni lo scorso 30 settembre, per celebrare la quarta giornata della memoria: oltre 200 studenti da tutta Europa sono arrivati a Lampedusa nell’ambito del progetto “L’Europa comincia a Lampedusa”: un workshop che permette agli alunni del triennio delle superiori di conoscere a fondo i problemi dell’immigrazione, poter parlare con i sopravvissuti e gli ospiti del centro di accoglienza. Presenti sull’isola il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, e il presidente del Senato, Pietro Grasso.
Grasso e Fedeli hanno anche inaugurato il museo archeologico che era stato aperto solo per qualche mese. “Stiamo interagendo con la soprintendenza di Agrigento – ha spiegato Martello – Tutti i reperti che da anni sono custoditi negli scantinati della soprintendenza e che riguardano la storia delle nostre isole torneranno qui e potranno essere messi a disposizione dei visitatori”.
Oggi a Lampedusa è iniziata con più di un’ora di ritardo, a causa della pioggia, la marcia che da piazza castello arriverà alla Porta d’Europa. Il presidente del Senato Pietro Grasso e la ministra della Pubblica istruzione Valeria Fedeli, insieme al sindaco Totò Martello, prendono parte alla marcia. Tantissimi i giovani presenti. Prevista nelle prossime ore l’uscita in mare di imbarcazioni che deporranno fiori e una ghirlanda sul luogo del naufragio che nel 2013 costò la vita a 368 migranti.
“L’Europa inizia a Lampedusa” è un progetto promosso dal ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca in collaborazione con il Comitato 3 ottobre. È reso possibile grazie all’impegno del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (Fami) gestito dal Ministero dell’Interno. Le ragazze e i ragazzi giutni a Lampedusa frequentano l’ultimo triennio delle scuole secondarie di secondo grado e provengono da 35 istituti italiani e da 4 istituti di altri paesi europei.
L’URLO DEL CARD.MONTENEGRO. “Davanti a questo mare di Lampedusa ci sono 30.000 morti e sono solo quelli contati; ma ve ne sono altrettanti non contati. Vogliamo e dobbiamo smettere di contare i morti. Bisogna abbattere i muri e i reticolati che ingabbiano anche i cuori e continuano a uccidere. Dobbiamo dire con forza ‘Mai piu’ morti!’, ‘Tutti devono sopravvivere e avere speranza’. Questa Europa stanca e debole deve cambiare”. E’ l’appello, quasi un urlo quello del cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Caritas italiana, pronunciato stamane a Lampedusa, davanti alla Porta d’Europa, dove si ‘e conclusa la marcia in memoria delle vittime dell’immigrazione. “Questa Porta d’Europa deve restare aperta, qualcuno vorrebbe chiuderla, ma dobbiamo impedirlo”, ha concluso davanti ai sopravvissuti della strage del 2013 e agli studenti giunti da vari paesi europei ai quali si e’ in particolare rivolto.
CROCE ROSSA AGRIGENTO. 14 volontari CRI del comitato di Agrigento e 8 del Comitato di Lampedusa hanno garantito assistenza sanitaria insieme al presidente Angelo Vita del Comitato cri di Agrigento e Rita Pistone commissario della CRI di Lampedusa che hanno ricordato i volontari che quella notte di 4 anni fa hanno aiutato i superstiti del naufragio. Croce Rossa anche oggi è stata presente a questa commemorazione, dice Angelo Vita- tutte le istituzioni ci hanno fortemente voluto qui a seguito del nostro impegno quotidiano a favore delle persone migranti che arrivano nelle coste.
3 OTTOBRE 2013. Una imbarcazione libica di circa 20 metri salpata dal porto di Misurata arriva fino a poche miglia dall’Isola dei Conigli: a bordo ci sono numerosi migranti eritrei. A causa di una torcia gettata dall’assistente del capitano si crea il panico. I migranti, presi dal panico, cominciano a far ruotare l’imbarcazione che, poco dopo, si ribalta. E’ una strage: saranno 368 i morti, I superstiti salvati sono 155, di cui 41 minori.
INDAGATI. Proprio lo scorso mese la Procura di Agrigento, nella persone del sostituto procuratore della Repubblica Andrea Maggioni, ha notificato la chiusura delle indagini per omissione di soccorso nei confronti dell’equipaggio di un motopesca di Mazara del Vallo che, in quell’alba del 3 ottobre avrebbe visto il barcone stracarico di migranti in difficoltà ma non avrebbe dato l’allarme né si sarebbe prestato a dare aiuto. La procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini, contestando il reato di omissione di soccorso, a Matteo Gancitano, comandante del motopesca Aristeus (che stava pescando nelle acque di Lampedusa), al suo vice Vittorio Cusumano e ai componenti dell’equipaggio, Alfonso Di Natale e quattro nordafricani componenti l’equipaggio.