PRIMO PIANO

Quando il teatro ti arriva in casa

Lui, l’artista mondial-argentino Silvio Benedetto, la chiama “Casa Celeste” ma è solo un appartamento dove ha sede il “Centro Celeste” di Gaetano Rappo cui si accede da piazza Verdi a Palermo attraverso una vecchia scalinata che conduce a un corridoio e poco più di cinque stanze. In una novantina di metri quadri  Silvio Benedetto vi ha portato il teatro in casa con il suo spettacolo “La visita” in scena alle 17 e poi alle 19 e trenta.

Silvio Benedetto, spettatori
La pianista
La pittrice
Saluto finale
Silvio Benedetto
Silvio Benedetto

Cinquanta gli spettatori delle due edizioni che al tempo stesso sono diventati elemento scenografico di una performance che si arricchisce di volta in volta di situazioni sempre nuove e stimolanti. Un coinvolgimento totale che mette a dura prova recensori da “intelligence” e recensori cazzari.  In definitiva una occasione di socialità che induce tutti a un redde rationem personale, quasi un anticipo della Valle di Josafat dove i peregrinanti spettatori di stanza in stanza vengono sollecitati da informazioni sensoriali molte delle quali sono offerte nel buio più totale che mettono alla prova le fotocamere costrette a scattare immagini a 25 mila iso. Le note di regia di Silvio Benedetto e di Silvia Lotti che ne sono protagonisti (insieme a  Emanuela Davì, Gaetano Rappo, Teresa La Cognata, Sara Canale, Maria Sofia Nanfa, Giovanni Canale) non lasciano adito a incomprensioni e svicolamenti per una opera che è già stata rappresentata al “Fènelon” di Parigi, nella stanza numero 39 dell’Hotel Centrale di Palermo e nel “Festival del teatro italiano” in Normandia.

Silvio Benedetto e il pubblico
Saluti al pubblico
Silvia Lotti, primo piano
Silvio Benedetto infanzia
Silvio Benedetto, il professore
Silvio Benedetto, spettatori

“La visita” è un’azione teatrale di volta in volta diversa, secondo le sensazioni che gli attori percepiscono nella casa “sconosciuta”. La vicenda è che voi entrate nella Casa ed è già teatro. La “vicenda” intriga e attende e attende un finale e così cattura la mente e ostacola la partecipazione emotivo-corporale…il visitatore è come colui che ha deciso di raggiungere un luogo attraversando un campo ed è già un tutt’uno col campo che sta attraversando insieme a folletti che appaiono e scompaiono e nel frattempo lui stesso sta creando la propria “vicenda”. In un itinerario tra penombre e squarci di luce si assiste a momenti recitativi onirici di un “professore (regista o terapeuta?) al suo soliloquio cercando Dio o il deambulare di Euridice. Si guarda e si è guardati. Nessun commiato. Qualcuno condurrà i visitatori fuori, sulla strada. Dinanzi al portoncino di “Casa Celeste” al numero 31 di piazza Verdi a Palermo. Poco più di cinquanta gli spettatori che hanno scelto questa full-immersion. Tra il pubblico abbiamo notato l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il giornalista Rai Nuccio Vara, l’artista agrigentino Nicolò D’Alessandro e altre quarantasette consapevoli  animule vaganti.

Foto di Diego Romeo