Apertura

Grazie, maestro!

Straordinario, strepitoso, unico, Giovanni Allevi al teatro Pirandello di Agrigento. Non è stato solo un concerto, ma molto di più. Al geniale contenuto artistico, il grande compositore marchigiano sa unire e donare tutto quel carico di empatia, ironia, naturalezza che lo mette in simbiosi con il suo pubblico, con tutto il pubblico, a prescindere dall’età o dalle competenze musicali. 

E’ un concerto, questo è sicuro. Ma oltre al magistrale talento al piano, Allevi ha estasiato il pubblico agrigentino anche un mirabile atto di forza, illustrando un percorso di fede non comune, nel trascendente nell’uomo e nell’ambiente circostante, intesi tutti quali valori da conoscere, tutelare, ai quali garantire un futuro che, nonostante i vari “inciampi”, può e deve essere migliore del passato e del presente.

Se una malattia come il mieloma – che il maestro affronta ormai da anni e che lo ha tenuto a lungo lontano dai palcoscenici – comunemente costituisce una insormontabile ipoteca sul futuro, lui illustra così la sua filosofia di vita: “Bisogna immaginare un presente allargato, di speranza, di crescita, nel quale si possa anche porre rimedio agli errori o alle dimenticanze del passato. Un presente in cui ogni alba sia speranza e ogni tramonto sia una promessa”. 

E le promesse non vengono disattese, compresa quella magica armonia con il pubblico che lo applaude e vorrebbe abbracciarlo per l’intera serata. Non arrivano al cuore soltanto le note, ma arriva quella grande forza interiore di un uomo esemplare, che tra un brano e l’altro riesce a raccontare il suo dolore fisico, alla schiena e alle mani, con una delicatezza unica. Non solo la necessità di ricorrere a un busto, agli oppioidi antidolorifici, a cure invasive, ma anche la capacità di ricerca interiore, religiosa, filosofica, naturalistica e ambientale, con una smisurata fiducia e speranza nel trascendente e nell’uomo, nell’angelo custode e nel giovane amico prete strappato troppo presto al suo affetto e oggetto di uno dei suoi brani più celebri. 

Dopo tanti dei suoi brani più celebri, tra i quali “Aria”, “Back to Life”, “Secret Love”, “Go with the Flow”, “Panic” “Come sei veramente” o la “Meditazione per sola mano destra” scritta in onore di una collega musicista che ha perso l’arto sinistro, Allevi riesce, persino, a far battere a tempo le mani agli spettatori, sulle note di un’altra grande composizione simbolo della sua genialità, realizzata sulla falsariga dell’inno del Consiglio d’Europa.  

E se con il fardello di un mieloma multiplo non si può parlare di futuro, Giovanni Allevi saluta la Capitale della Cultura e i siciliani rimandando a un “presente allargato” che la prossima estate lo vedrà dirigere, nel teatro antico di Taormina, la sua nuova composizione realizzata durante la lunga degenza ospedaliera, sulla scorta di una melodia ottenuta trasponendo in note la parola «Mieloma», secondo un metodo matematico già usato da J.S.Bach, il “Concerto MM22 per Violoncello e Orchestra”.