CATANIA (ITALPRESS) – Prestavano soldi a persone in gravi difficoltà economiche richiedendo interessi a tassi proibitivi. E’ quanto hanno scoperto gli agenti della Polizia di Stato che, su delega della Procura distrettuale di Catania, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia in carcere nei confronti di 4 persone che devono rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di usura e abusivismo finanziario. Il provvedimento riguarda i componenti di un nucleo familiare, marito, moglie e figlia. Indagata anche una quarta persona che si trova in carcere per pregresse e distinte vicende.
Le indagini, durate circa 6 mesi, dal dicembre 2021 al giugno 2022, ed eseguite dal commissariato di polizia di Acireale, hanno portato alla scoperta dell’esistenza di una bene organizzata attività di usura. Normalmente, gli indagati richiedevano alle loro vittime la corresponsione di interessi fra il 10 e il 40% mensili, da ricalcolare e parametrare ad interessi annui iperbolici. Uno dei casi più significativi ha riguardato un operaio industriale al quale per un prestito di 1.000 euro sono stati richiesti 300 euro mensili di solo interesse (30% mensile – 360% annuale). Alla stessa vittima per un prestito di 300 euro, sono stati richiesti 100 euro settimanali di solo interesse, stabilendo un tasso usurario ben al di fuori da qualsiasi legale parametrazione (33% settimanale – 132% mensile – 1584% annuo).
Le vittime per estinguere il debito – operazione dagli indagati intesa con il termine “rientro” – avrebbero, infatti, dovuto restituire, in un’unica soluzione, l’intera somma ricevuta in prestito più il 10% della stessa, quale ultimo interesse da corrispondere.
Una seconda modalità per accedere al “rientro” ed estinguere il debito sarebbe stata quella di corrispondere, oltre all’ineludibile rata periodica degli interessi, un’altra rata di importo maggiore fino a raggiungere la somma capitale avuta in prestito più il 10% per l’ultimo interesse dovuto.
L’attività d’indagine ha permesso agli investigatori di individuare le numerose vittime e i tassi d’interesse applicati. Rilevanti due intercettazioni che costituiscono i cardini dell’indagine.
La prima intercorsa fra le due indagate, madre e figlia. La prima, fuori sede, raccomanda alla giovane alcuni incassi da fare, commentando cifre e nominativi riportati su un calendario da considerarsi un vero e proprio scadenzario.
Nella seconda intercettazione i coniugi indagati spiegano ad un’altra figlia sedicenne, con dovizia di particolari, come funziona l’usura, rimanendo spiazzati di fronte alla sorpresa della giovane che non riesce a comprendere come mai, nonostante il debitore, nel tempo, abbia versato cifre enormi, anche 3 – 4 volte i soldi ricevuti, non abbia, comunque, estinto il prestito ricevuto, ancora interamente preteso. La conclusione che traggono i due coniugi, quasi delusi, è che la figlia non potrà dedicarsi “all’attività di famiglia”. I genitori dell’uomo indagato, oggi defunti, esercitavano l’illecita attività di usurai, tanto che nel 2013 le due generazioni sono state tratte in arresto nell’ambito dell’Operazione denominata “Affari di Famiglia”. Nel corso delle indagini è emerso che, nonostante l’ingente disponibilità di denaro, il padre di famiglia percepirebbe indebitamente il reddito di cittadinanza.
Al termine delle indagini marito e moglie sono stati arrestati e sono stati accompagnati presso la Casa circondariale Piazza Lanza di Catania, alla figlia sono stati concessi gli arresti domiciliari. Al quarto indagato il provvedimento restrittivo della custodia in carcere è stato notificato presso la casa circondariale dove si trova attualmente detenuto per pregresse e distinte vicende.
foto ufficio stampa Polizia di Stato
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