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Quei 30 nomi di mafiosi mai sfiorati dalle inchieste

Agli atti del processo “Xydi” giunto davanti al Gip del Tribunale di Palermo, Paolo Magro è stato allegato un nuovo verbale di interrogatorio (chiesto dall’indagata) dell’avvocato Angela Porcello che, prima con il deposito di un memoriale e poi con dichiarazioni rese in più circostanze (dall’aprile ad agosto 2021) ha provato ad avere un atteggiamento collaborativo che, tuttavia, i magistrati dell’accusa ritengono ancora non attuato.

Un nuovo interrogatorio, dunque, di 50 pagine in tutto reso il 22 ottobre scorso avanti il pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Claudio Camilleri.

Afferma l’avvocato Porcello: “Premetto che ho manifestato la volontà di rendere dichiarazioni e tengo a precisare rispetto ad alcuni capi d’imputazione, specificando che mi limiterò a fare dichiarazioni inerenti a sia al capo d’imputazione di cui al 415 bis e ai soggetti indicati. Con riferimento al capo I della rubrica: non ho mai fatto parte di Cosa nostra; mi sono limitata a dare un contributo indiretto a Cosa nostra ed in particolare ammetto di avere, su richiesta del Buggea, procurato degli incontri con soggetti che sapevo essere uomini d’onore ed in particolare con Lombardo Gregorio, Lombardo Domenico, Sicilia Giuseppe, Lauria Giovanni, Puleri Giuseppe e Boncori Luigi. Tuttavia, voglio precisare che con questi soggetti io non ho nulla a che spartire. So che vi sono stati degli incontri effettuati dal Buggea, al di fuori del mio studio legale, e senza la mia

partecipazione, incontri che il Buggea ha effettuato anche con oggetti non coinvolti in questa indagine.

Con riferimento ai colloqui che ho avuto in carcere con Falsone Giuseppe, voglio precisare che questi non mi hai mai dato direttive o ordini da veicolare agli altri associati, si è limitato ad alcune parafrasi di cui, peraltro, non ho neppure compreso il significato ed in particolare quando fa riferimento “ai carciofi” io non intesi affatto

a cosa intendesse riferirsi ebbi soltanto il dubbio che volesse alludere ai sui cugini Middioni Angelo e Puleri Giuseppe. Falsone voleva anche recuperare dei beni, in particolare dei terreni della madre che erano stati confiscati al 50 o/o ed altri beni che soltanto formalmente erano intestati ad atri soggetti e io, mi sono esclusivamente occupata di valutare la possibilità di curare una sorta di revisione o modifica del provvedimento ormai definitivo emesso nei suoi confronti dalle misure di prevenzione. Non mi parlò mai di beni o di interessi occulti che aveva in Svizzera. Nel corso dei colloqui effettuati con il Falsone non ho mai cercato modalità di

comunicazione occulta, mai ho cercato di comunicare a gesti e di nascondermi dietro la parete, ne’ lui ha cercato di nascondersi dietro la parete e d’altronde, qualora ciò fosse accaduto l’avrei raccontato al Buggea. Non ho mai avuto alcun rapporto con Siciliano Salvatore conosco soltanto suo fratello Maurizio che si è recato in studio per il tramite del Giuliano sia l’08/07/2020 che nel Dicembre 2020 poco prima di Natale. Il Buggea gli disse in mia presenza che io ero a sua disposizione ma intendeva soltanto professionalmente.

Con Virga Pietro ho avuto un solo colloquio e peraltro di brevissima durata, nel suo

interesse non ho avuto il tempo di effettuare alcuna difesa. Emmanuello mi conosce da circa 20 perché io lavoravo nello studio dell’avv. Mammana, storico difensore della famiglia Emanuello. E’ vero che fu il Falsone a parlargli bene di me professionalmente ma anche nei confronti dell’Emanuello ho svolto attività lavorativa. Non ho mai custodito alcuna cassa dell’associazione mafiosa ne ho mai ricevuto soldi.

Il 23/04/19 avvenne all’interno del mio studio, una spartizione di soldi relativa agli interessi di Puleri, Falsone e Middione, nell’impresa dei fratelli Cervino, in altra occasione, all’interno del mio studio ed in presenza del Buggea il Boncori mi consegnò 3.000 euro da destinare alla famiglia Falsone, in altra occasione il Buggea ricevette 500 euro dal Siracusa e li custodì nella cassaforte dell’appartamento dove assieme a me trascorrevamo tutti i fine settimana. Anche questi soldi erano destinati alla famiglia Falsone.

lo mi sono limitata a fornire al Buggea dei consigli per superare problemi tecnico-contabili relativi alle fatturazioni connesse alla produzione di terreni in contrada Sciabani che formalmente non erano nella sua disponibilità e i soldi concernenti queste fatturazioni confluivano nel conto corrente della madre del Buggea.

Intanto, come anticipato, è stata fissata per il prossimo 13 dicembre l’udienza che porterà al rinvio a giudizio o meno  di   Matteo Messina Denaro, detto “u siccu”, latitante da una vita; Giuseppe Falsone, detenuto, boss di Campobello di Licata;  Giancarlo Buggea, canicattinese, ritenuto un boss di prestigio; Luigi Boncori, 69 anni, di Ravanusa; Luigi Carmina, 55 anni, di Caltanissetta; Simone Castello, 71 di Villafrati;  Antonino Chiazza, 51 anni, di Canicattì; Emanuele Cigna, 21 anni, di Canicattì; Giuseppe D’Andrea, 50 anni, assistente capo di polizia, di Agrigento; Calogero Di Caro, 74 anni, boss di Canicattì; Vincenzo Di Caro, 40 anni di Canicattì; Pietro Fazio, 48 anni, di Canicattì; Gianfranco Gaetani, 53 anni, di Naro; Antonio Gallea, 64 anni di  Canicattì; Giuseppe Giuliana, nato in Francia ma residente a Delia, 56 anni; Giuseppe Grassadonio, 50 anni di Agrigento; Annalisa Lentini 41 anni di Agrigento; Calogero Lo Giudice, 47 anni di Canicattì; Gaetano Lombardo, 64 anni e Gregorio Lombardo, 66 anni, entrambi di  Favara; Antonino Oliveri, 36 anni, di Canicattì; Calogero Paceco, 56 anni, di Naro; Giuseppe Pirrera, 62 anni, di Favara; Filippo Pitruzzella, 60 anni, ispettore fino a poche settimane fa in servizio al Commissariato di Canicattì; l’avv. Angela Porcello, 51 anni di Naro; Santo Gioacchino Rinallo, 61 anni di Canicattì; Stefano Saccomando, 44 anni di Palma di Montechiaro ; Giuseppe Sicilia, 42 anni, di Favara; Calogero Valenti,  57 anni, nato Germania) residente a Canicattì.