L’astensionismo continua a essere il segno distintivo delle tornate elettorali. Indagarlo e spiegarlo sarebbe un “atto dovuto” per tutti.
“Le urne vuote o meglio l’indifferenza degli aventi diritto a non andare a votare, costituisce la rappresentazione di una democrazia fortemente ammalata. Hanno solo pensato a divagare tra le nuvole le forze di destra, di centro e di sinistra, non affrontando i reali problemi della gente. Tutto nasce dalla cosiddetta seconda Repubblica con l’entrata in campo di Berlusconi che ha ampiamente diffuso il pensiero guida del partito personale e della Sinistra che promuoveva una politica di destra con le privatizzazioni in danno del servizio pubblico a vantaggio dei poteri economici del Paese. Tutti hanno governato per mantenere posizioni di potere, senza avere riguardo dei tanti problemi come la scuola e la sanità. Da qui il disamore da parte della gente. Bisogna con forza ripristinare il senso dell’appartenenza ideologica e politica per bloccare la deriva. Hanno distrutto gli enti intermedi (le province, le camere di commercio, gli istituti autonomi case popolari, le aziende per il turismo ecc. ecc.) hanno creato il numero chiuso nelle università, privando il paese di medici e professionisti. Non c’è più la certezza della pena, non si costruiscono carceri, ospedali, case per i meno abbienti ecc.ecc. E poi l’entrata dell’euro senza controlli, ha reso poveri il ceto impiegatizio e quello dei pensionati. Queste a mio avviso sono le ragioni e le cause di questo scollamento dalle urne”.
Dovunque si vada il pane viene pesato. Ad Agrigento la bilancia è una illustre sconosciuta. La vigilanza urbana è sempre più evasiva.
“Agrigento e la sua provincia non si attrezzano, preferiscono nascondere la bilancia. Il pane è un bene di prima necessità. Non comprendiamo l’ atteggiamento e il comportamento dei titolari dei panifici, i quali di sicuro preferiscono continuare a non pesare il pane. In verità viene pesato il cosiddetto pane di farina speciale, la pizza e i biscotti. Si tratta di una piccolissima quantità, mentre la rimanente panificazione viene sottratta alla pesatura, con notevoli ricavi. E poi c’è la cattiva abitudine del personale di alcuni esercizi di non rilasciare lo scontrino fiscale”.
Merita più attenzione la toponomastica agrigentina, specie nei luoghi frequentati dai turisti che si interrogano sul “chi è”. Anche perché l’amministrazione comunale di questi tempi è apparsa ostaggio del facile consenso, dimenticando illustri figure del passato recente.
“Da sempre la toponomastica cittadina assume un ruolo e una funzione importante sul piano storiografico. È compito del Comune individuare figure importanti, ancor prima di sottoporle alla Commissione per il consueto nulla-osta. È doveroso rilevare che la collocazione di lapidi, monumenti, targhe, all’interno di teatri, biblioteche, pinacoteche, edifici pubblici, l’iter è più impegnativo in quanto subentra l’obbligatorietà del parere della Soprintendenza alle antichità. Il venir meno della procedura, l’intitolazione non ha alcun merito pubblico ed è priva di effetto giuridico. La procedura è questa, anche se a volte la politica del consenso fa la sua strada a prescindere della normativa vigente”.
Silvio Berlusconi continua a dire la cruda verità sulla guerra in Ucraina. Mentre nessun altro suggerisce o immagina un percorso che porti alla pace. Si continua a schermarsi di alibi atlantisti e delle ipocrisie mercantili dei signori delle armi e della guerra. Per quanti anni ancora l’Europa sarà sotto scacco? E il governo Meloni per quanto tempo ancora ignorerà la volontà della maggioranza degli italiani (e della Costituzione) che ripudiano la guerra?
“Berlusconi la pensa in modo diverso dal governo che lui sostiene lealmente. È il giuoco delle parti. Lui ritiene di dovere accontentare Putin cedendo le province storicamente a maggioranza russa, dimenticando la sovranità territoriale dell’Ucraina. Se dovesse insistere nel suo ragionamento il governo si troverà in una posizione contrastante tale da aprire un forte chiarimento con l’Europa tutta protesa a difendere la posizione dell’Ucraina. Staremo a vedere la posizione di Giorgia Meloni nei riguardi del suo alleato, amico di Putin”.