E’ doveroso un bilancio a conclusione della rassegna cinematografica tenuta nel suggestivo spazio del chiostro del Museo Archeologico “Pietro Griffo”, dentro il più ampio cartellone delle iniziative estive finanziate dall’Ente Parco Valle dei Templi.
Sono state sei le proiezioni periodiche che hanno riscontrato, volta per volta, l’esaurimento di tutti i posti disponibili, portando nell’area del Museo più di ottocento persone, con un risultato assolutamente straordinario, tenuto conto dei criteri di una rassegna di cinema d’autore con pellicole, il più delle volte, in bianco e nero.
Al successo immediato della direzione di Beniamino Biondi (ed è bene che prosegua e irrobustisca questo impegno), occorre registrare l’ inequivocabile desiderio collettivo di una cultura che sappia intersecare valori alti con la partecipazione popolare. È un segnale importante di cui si deve tener conto, programmando per Agrigento le successive stagioni.
Una necessità, questa, su cui Grandangolo si è spesso richiamato. Inoltre non è stata secondaria quella voglia di comunità per una forma di intrattenimento colto che ha suscitato il dibattito e favorito interventi autorevoli e presenze di prestigio.
Ricordiamo che l’intera rassegna ha voluto rendere omaggio a Leonardo Sciascia nei 100 anni dalla nascita, con la proiezione di due pellicole tratte dai suoi romanzi, e a Pietro Germi, regista di una Sicilia agra e grottesca che ha saputo rendere meglio di altri la rappresentazione del paesaggio dell’entroterra siciliano.
Tra queste opere, Biondi ha voluto inserire il documentario di Diego Romeo, “Un concerto per non dimenticare”, omaggiato da Domenico Modugno ai “matti” dell’ospedale psichiatrico di Agrigento. Una vicenda dolorosa che aveva visto la nostra città, negli anni 90, sulle prime pagine della cronaca.
Beniamino Biondi in una sua nota ringrazia “il numeroso pubblico, fidelizzato a un evento durato per l’intera stagione, il Direttore dell’Ente Parco, Roberto Sciarratta, per avere pienamente condiviso gli assunti concettuali di un percorso niente affatto scontato, con grande sensibilità e coraggio, e il responsabile del Museo, Giuseppe Avenia, complice operoso con le sue proposte e i suoi interventi per un’idea coerente di museo dinamico e inclusivo”.