Grazie e Elio Camilleri per avere scritto questo libro che si presta a riflessioni sulla nostra storia e, soprattutto, sull’importanza delle donne siciliane nella storia siciliana. Parlare di libri in un momento storico drammatico, tragico, come quello che stiamo attraversando, potrebbe apparire quasi una fuga dalla realtà e dai suoi mille gravissimi problemi. Ma non è così.
Proprio nei momenti più bui della vita di un popolo, l’arte (in tutte le sue forme) rappresenta spesso l’ancora a cui aggrapparsi per resistere e per non perdere identità e dignità.
L’arte non ha colore e non ha bandiera: crea una sorta di fratellanza all’interno della diversità umana ed eclissa le frontiere erette dall’ignoranza, dalle ideologie, dalle lingue e… dalla stupidità. Ha in sé una forza dirompente, capace di abbattere barriere e superare il tempo in cui nasce e si diffonde. Dimostra che la storia dell’umanità è soprattutto storia di uomini e donne che, con la sola arma del pensiero, hanno conquistato il mondo. E a volte hanno sconfitto le dittature. E’ vero, l’arte non ha mai fermato una guerra. Ma, ricordava il grande direttore e compositore Leonard Bernstein, “l’arte non può cambiare gli eventi, però cambia le persone”.
Elio Camillerisi è laureato a Palermo e ha insegnato Storia e Filosofia i vari licei del Veneto e della Sicilia.
Ha pubblicato parecchi libri. Tra questi: “Il ruolo dei pentiti nella lotta contro la mafia” (1997) “Peppino Impastato finalmente” (2001), “La mafia uccide, il silenzio pure” (2007, in rumeno), “La Sicilia oppressa dalla monarchia, dal fascismo e dalla mafia” (2019), “La questione palestinese 1897/1997” (2019), “Siciliane contro” (2021) .
“Siciliane contro”: dieci capitoli (che l’autore chiama “Contesti”), altrettanti periodi storici e sociali. Parte dalle patriote antiborboniche, continua con il sostegno ai garibaldini… poi la partecipazione ai Fasci dei lavoratori… Un capitolo è dedicato al tragico incendio che nel 1911, a New York, distrusse una fabbrica dove si producevano camicette bianche e dove morirono carbonizzate 146 donne, tra cui nove siciliane, emigrate assieme ad altre centinaia di migliaia di altri nostri connazionali negli Stati Uniti nella speranza di una vita migliore.
Gli altri “Contesti” raccontano la lotta contro i gabelloti e i campieri, le manifestazioni contro il fascismo, la guerra e la mafia. Gli ultimi tre Contesti sono dedicati a Cosa Nostra: vittime, ribelli, irriducibili, pentite. “Siciliane contro” raccoglie 61 brevi racconti, piccole grandi storie (che l’autore definisce “schegge”) che andrebbero meditate e collocate mentalmente nel periodo storico al quale appartengono. Sono storie che dimostrano il grande amore di Camilleri nei confronti della Sicilia, terra ricca di passioni e di contraddizioni, a volte ingrata, più spesso generosa, quasi sempre incompresa e vilipesa.
Perché questo titolo: “Siciliane contro”? Basta leggere le prime pagine per sciogliere ogni dubbio: Siciliane contro il luogo comune che da sempre le dipinge rassegnate, succubi, indolenti, passive, incapaci di un gesto di protesta nei confronti di chi le sfrutta o le relega a un ruolo marginale. Le “schegge” di Elio Camilleri, a partire dalla metà del 1800, fotografano un percorso accidentato, sottovalutato, osteggiato. Una strada sempre in salita, quella che le donne hanno dovuto affrontare, subendo incomprensioni, violenze in famiglia, discriminazioni e volontarie “omissioni” proprio da parte di chi avrebbe dovuto tutelarle: le forze dell’ordine e la magistratura dell’epoca, quasi sempre ostili; qualche volte semplicemente deboli e incapaci, altre volte addirittura “asservite”, complici del potere politico o mafioso.
Qualche mese fa, quando ho letto per la prima volta “Siciliane contro”, mi è tornato alla memoria un libro: “Le svergognate”, di Lieta Harrison, pubblicato nel 1963. Rilette oggi, quelle pagine fanno venire i brividi: quasi tutti gli uomini intervistati (ma anche molte donne) ritenevano “svergognata” una donna non più vergine prima del matrimonio ed erano favorevoli al delitto d’onore, unica soluzione per restituire decoro e rispettabilità (il cosiddetto “onore”) a un’intera famiglia. Proprio qualche settimana fa, è stato presentato al Polo Universitario un libro molto interessante di Paolo Cilona “Storie di donne della terra agrigentina”. Donne di epoche diverse che si si sono battute per la pace, la giustizia, solidarietà, il lavoro; si sono impegnate nel volontariato, nella politica, nella cultura. E in moltissimi casi le donne si sono rivelate superiori agli uomini o, se non sempre superiori, almeno pari agli uomini… perché, ammettiamo anche questo, gli uomini non sono tutti pessimi, retrogradi o violenti.