Nuova udienza del processo a carico di sei romeni che – secondo l’accusa – avrebbero messo a segno una serie di furti di rame nelle zone a cavallo tra Ravanusa e Campobello di Licata nel 2014.
In una di queste scorribande il gruppo – era il luglio 2014 – ha dato vita ad un conflitto a fuoco con una guardia giurata che presidiava la zona: sentendo “rumore di catene” e scivolando a terra colpito da un non identificato oggetto sparò tre colpi di arma da fuoco in aria. Proprio la testimonianza della guardia giurata è stata questa mattina – davanti la prima sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato (i giudici Infantino e La Barbera a latere) – parecchio movimentata.
Durante l’esame del pubblico ministero Antonella Pandolfi il teste ha fornito una versione non proprio conforme a quanto raccontato ai carabinieri nei giorni successivi all’accaduto. Addirittura, in uno di questi verbali la guardia giurata non ha riconosciuto la propria firma. Per tale motivo il pm ha chiesto e ottenuto la produzione dei suddetti verbali con l’aggiunta del referto medico dell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì, struttura in cui la guardia giurata fu medicata.
Si torna in aula l’11 febbraio.