Reintegrato dal tribunale di Agrigento dopo essere stato licenziato dalla banca che gli contestava alcune presunte omissioni in materia di antiricilaggio. Il giudice della sezione lavoro Valentina Di Salvo ha accolto il ricorso degli avvocati Giuseppe Scozzari e Angelo Sutera condannando l’istituto di credito al pagamento di un anno di stipendio e al reintegro del dipendente. Il giudice ha ridimensionato le accuse che la banca aveva rivolto al vice direttore di una filiale della provincia di Agrigento: “Il dipendente è stato a lungo costretto a operare da solo, con la sola presenza di un cassiere, e tale circostanza giustifica la commissione di errori, non potendosi pretendere la massima diligenza in presenza di condizioni lavorative inadeguate”.
Per il tribunale le contestazioni mosse al bancario non sono gravi da giustificare un tale provvedimento anche alla luce di “ordini di servizio che non brillano per chiarezza e trasparenza”. Nella sentenza il giudice prosegue: “Non può non rilevarsi che il dipendente, durante l’assenza del direttore, ha assicurato l’attività della filiale con la sola presenza del cassiere, prima di fruire – al ritorno del collega – di un periodo di ferie; pertanto, sebbene ricadessero su di lui gli obblighi di controllo, era oltremodo difficile ottemperare a tale attività e il sottodimensionamento organico – di cui è responsabile l’ente bancario – non può finire per porre in capo ai dipendenti il rischio di un cattivo espletamento delle mansioni”