L’associazione A testa alta, che è alle prese con molte iniziative in difesa del territorio attraverso documentate denunce all’autorità giudiziaria e mediante azioni di sensibilizzazione e divulgazione, è tornata a lanciare l’allarme amianto perché, nel territorio di Licata, il fenomeno dell’abbandono incontrollato di questo materiale altamente nocivo ha assunto dimensioni di assoluto rilievo e connotati a dir poco preoccupanti in termini di salute pubblica.
In più occasioni, l’associazione ha chiesto e sollecitato al Comune di Licata l’adozione di tutti i provvedimenti necessari ai fini del ripristino di adeguate condizioni ambientali nelle aree di abbandono abituale di rifiuti pericolosi esistenti nel territorio comunale. Ha anche invitato il Comune, senza ricevere alcun riscontro, a ottemperare agli obblighi previsti dalla recente Legge Regionale 29-04-2014, n. 10, che detta norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto.
Nonostante le diffide, una delle quali approdata in Procura, dove i magistrati stanno seguendo l’evolversi della situazione, e l’attività di sensibilizzazione effettuata in proposito dall’associazione, il Comune di Licata non solo non è riuscito a giungere a una soluzione, ma addirittura a farsi carico della problematica attraverso adeguate iniziative.
Oltre al mancato avvio delle bonifiche, non vi è stata neppure alcuna intensificazione dell’attività di controllo dei diversi siti segnalati da A testa alta né delle altre aree del territorio comunale tradizionalmente e notoriamente oggetto di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi contenenti amianto. E così, comportamenti criminosi, di indegna civiltà e di nessuna sensibilità per il decoro e la salute pubblica, continuano a ripetersi con preoccupante regolarità, non solo nelle zone più periferiche del tessuto urbano, ma anche nel centro cittadino, lungo le sponde del fiume Salso, sotto i viadotti e persino accanto al porto turistico.
A Licata, insomma, il problema dell’abbandono di questo materiale cancerogeno e inquinante è lungi dall’essere risolto e addirittura continua a interessare, in assenza di efficaci controlli, anche i siti contaminati già sottoposti a sequestro penale preventivo da parte dell’Autorità Giudiziaria, a seguito degli esposti e delle denunce di A testa alta.
Emblematica è la situazione della discarica presente nell’area posta a ridosso della foce del Salso, accanto al porto turistico, e di quella sorta nella zona industriale, nei pressi della strada statale 115, dove ignoti, incuranti dei cartelli indicanti il sequestro, continuano a riversarvi vecchi serbatoi e onduline per coperture in eternit come se nulla fosse. In qualche sito, gli incendi si ripetono con una certa frequenza, mandando in aria amianto e in fumo rifiuti ospedalieri.
Al fine di contrastare efficacemente il fenomeno, che appare ormai fuori controllo, A testa alta ha invitato il presidente del consiglio comunale, quale rappresentante del massimo organo rappresentativo della comunità, a farsi promotore presso i consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, di iniziative rivolte a supportare i cittadini e gli imprenditori locali che intendono rimuovere e smaltire l’eternit, favorendone l’aggregazione in un gruppo (Gruppo di acquisto solidale); e ciò, al fine di usufruire di un prezzo più conveniente rispetto ai prezzi di mercato e di gestire in maniera corretta lo smaltimento.
L’iniziativa, che ha avuto larghi consensi e ampia diffusione tra i Comuni italiani, consentirà l’abbattimento dei costi medi per intervento, grazie all’ampio numero di cittadini che faranno parte del Gruppo di acquisto, i quali, facendo leva sulla quantità delle richieste di rimozione, otterranno prezzi più bassi dall’impresa a cui sarà affidato il relativo incarico.
Un’apposita commissione tecnica, nominata direttamente dal Gruppo di acquisto, predisporrà il capitolato di gara in ordine al quale le ditte interessate formuleranno la loro migliore offerta economica per la rimozione, lo stoccaggio e lo smaltimento dell’eternit nelle discariche autorizzate.
A testa alta, giorni fa, ha chiesto pure un incontro per illustrare i dettagli dell’iniziativa. Ancora nessuna risposta dal “Palazzo”.
Intanto l’amianto è sempre li, nelle solite discariche, in balia del vento e della pioggia; non si muove, se non per andare nei polmoni dei licatesi.