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La mafia dei pascoli nella Valle del Belice, Cassazione accoglie ricorso della Dda

Sarà un’altra sezione del tribunale del Riesame a doversi nuovamente pronunciare sulle misure cautelari a carico di cinque indagati coinvolti nell’inchiesta su mafia ed estorsioni a Santa Margherita Belice. Lo ha disposto la Cassazione in accoglimento del ricorso avanzato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Gli arresti scattarono nella scorsa estate ma, dopo poche settimane, vennero tutti annullati dal Riesame. Adesso ci sarà un nuovo giudizio. Cinque le persone coinvolte: Pasquale Ciaccio, 59 anni, di Santa Margherita Belice (difeso dagli avvocati Carmelo Carrara e Antonino Augello) , Domenico Bavetta, 42 anni, di Montevago (difeso dall’avvocato Pietro Abate) , Giovanni Campo, 33 anni (difeso dall’avvocato Carmelo Carrara), Pietro Guzzardo, 46 anni (difeso dall’avvocato Giuseppe Giambalvo); Pietro Campo, 72 anni (difeso dall’avvocato Carmelo Carrara).

L’operazione, eseguita dalla Squadra mobile, scattò nel luglio 2024. Le indagini ipotizzano il pervasivo controllo e la gestione illecita delle attivita’ agro-pastorali sul territorio girgentano di Santa Margherita del Belice, Montevago e Sambuca di Sicilia fino al confine con Contessa Entellina. Gli indagati, secondo l’attività investigativa, avvalendosi della indiscussa forza intimidatoria derivante dall’essere riconosciuti quali esponenti di vertice del mandamento mafioso di Santa Margherita di Belice, avrebbero attuato un incisivo controllo sull’economica agro-pastorale dell’area nonche’ sul connesso utilizzo dei fondi agricoli dell’entroterra belicino. In particolare, sono stati registrati diversi episodi in cui gli indagati, avvalendosi del metodo mafioso, avrebbero costretto i proprietari ed i gestori dei terreni agricoli a cedere la disponibilita’ di ampie aree di terreno da adibire al pascolo abusivo del bestiame, imponendo il pagamento di canoni irrisori che, in taluni casi, non sarebbero stati nemmeno corrisposti.