In azione un centinaio di carabinieri per l’esecuzione di 17 misure cautelari nell’ambito dell’operazione denominata “Aquarium 2” e coordinata dalla Procura di Termini. Sono sei le ordinanze di carcerazione, cinque agli arresti domiciliari e sei gli obblighi di presentazione alla Polizia giudiziaria, emessi dal Gip di Termini Imerese per detenzione e spaccio di cocaina, hashish e marijuana. I prezzi della droga variavano a seconda del ‘servizio’ chiesto allo spacciatore che applicava una maggiorazione nel caso di consegna a domicilio.
Secondo quanto accertato dai carabinieri il centro cittadino di Termini Imerese è divenuto crocevia dello spaccio, parte del quale monopolizzato dalla gang sgominata nel blitz di oggi. Una banda caratterizzata da una consolidata capacità di gestione dello smercio di ingenti quantitativi di stupefacenti. Cruciale il ruolo svolto da “Ortofrutta “, gestore di un negozio di frutta e verdura in centro, che concordava gli appuntamenti con un telefono pubblico. Altri incontravano gli acquirenti in una costruzione rurale di campagna; la frase chiave era: “Ci vediamo dai cani o nella stalla”. Florida la via dello spaccio quella che legava la cittadina con il capoluogo dove sono stati individuati una serie di spacciatori nei rioni Sperone, Bonagia e Villagrazia. I giovani spacciatori termitani, terminali del traffico, si recavano infatti frequentemente presso i referenti palermitani.
A Palermo è emersa, in taluni casi, un’attività di spaccio a conduzione familiare, spesso molto efficiente, nonostante la condizione di semilibertà di taluni. Alcuni degli odierni indagati, per sfuggire alle intercettazioni telefoniche, ricorrevano ai social network. Singolare il tariffario degli spacciatori che variava non soltanto a secondo del tipo di sostanze da acquistare, ma anche in relazione alle modalità di consegna: se lo spacciatore si recava personalmente a consegnare la droga al consumatore, conteggiava un importo maggiorato, atteso che doveva assumersi il rischio di possibili controlli delle Forze di Polizia, nonchè i costi del viaggio. Le dosi erano talvolta chiamate “birra”, “poker” e complessivamente sono state documentate oltre 500 cessioni e sequestrati 150 grammi di cocaina, 300 grammi di hashish e 100 grammi di marijuana. Ancora una volta eè emerso, spiegano gli uomini dell’Arma, come il fenomeno del consumo e dello spaccio di sostanze stupefacenti sia diffuso tra i giovani, anche minorenni.
La droga veniva venduta anche ai giovanissimi termitani. E’ proprio dal passaggio di una dose di hashish ad minorenne che nel novembre del 2013 sono scattate le indagini che hanno portato ai provvedimenti dell’operazione Aquarium 2. Le basi dello spaccio erano sia Termini Imerese che via del Bassotto nel quartiere Bonagia a Palermo. I due grossi nuclei, termitano e palermitano, utilizzavano anche i social network per le ordinazioni. Mezzi di comunicazione ritenuti più sicuri dei cellulari, soprattutto se la droga, cocaina, hashish e marijuana, veniva chiamata “birra” o “poker”. I pusher non sapevano di essere controllati. Così, ignari, continuavano ad utilizzare attività commerciali per vendere la droga. Come Rosario Cozzo, di Termini Imerese, chiamato “Ortofrutta”, perchè al centro del paese aveva un negozio base dello spaccio.
Per organizzare la vendita utilizzava un telefono pubblico vicino alla bottega. Attorno a lui secondo l’indagine dei carabinieri coordinata dalla procura di Termini Imerese, diretta da Alfredo Morvillo, sono finiti un gruppo agguerrito di giovani che controllava il mercato di droga. Tra loro c’era Lorenzo Costantino, Claudio Candioto, Antonino Di Gloria. Tiziana Arrigo, Christian Nicolosi, Michele Azzarello, Francesco Gazzano. Il gruppo termitano trovava i propri fornitori a Palermo, tra lo Sperone, Bonagia e Villagrazia. A Palermo la gestione dello spaccio era familiare. Con i fratelli Lo Monaco, Vincenzo e Rosolino, e i cognati Alessandro Adelfio e Antonino Longo. I due utilizzavano lo stesso numero per le ordinazioni di droga. Vincenzo Lo Monaco, secondo i militari proseguiva l’attività nonostante fosse sottoposto al trattamento di semilibertà, potendo uscire dal luogo di detenzione dalle 7 alle ore 21.30. Il tariffario degli spacciatori variava non solo per il tipo di sostanze ma anche se la droga venisse consegnata a domicilio. C’era la maggiorazione per i costi di spostamento e il rischio di essere beccati dalle forze dell’ordine.
Ecco tutti i nomi delle persone coinvolte:
In carcere
Francesco Gazzano, di Termini Imerese, 28 anni
Rosolino Lo Monaco nato a Palermo e residente a Misilmeri, 47 anni
Vincenzo Lo Monaco, nato a Palermo, 41 anni
Alessandro Selvaggio, 45 anni, di Palermo
Vito Russo, 48 anni, nato a Palermo già detenuto per un altro procedimento penale
Pietro Marsalone, 40 anni, di Palermo
Ai domiciliari
Rosario Cozzo, 27 anni, di Termini Imerese
Micheal Russo, 20 anni di Termini Imerese
Alessandro Adelfio, 30 anni, di Palermo
Antonino Longo, 28 anni, di Palermo
Salvatore Cordaro, 44 anni, nato a Palermo residente a Ficarazzi.
Obbligo di presentazione
Christian Nicolosi, 24 anni, di Termini Imerese
Lorenzo Costantino, 29 anni, Termini Imerese
Michele Azzarello, 31 anni, nato a Petralia Sottana, residente a Termini Imerese
Claudio Candioto, 29 anni, di Termini Imerese
Antonino Di Gloria, 30 anni, di Termini Imerese
Tiziana Arrigo, 22 anni, di Termini Imerese.