Vuole una Sicilia “sottosopra” l’on. Davide Faraone e ne annuncia gli intenti nell’omonimo libro che sta presentando un po’ dovunque.
La presentazione si è svolta ad Agrigento al “Teatro della Posta vecchia” con i suoi 101 posti a sedere e al completo, lontano dai fasti del libro di Angelino Alfano cui fu offerto il “Teatro Pirandello” anche questo al completo oltre i limiti di sicurezza consentiti. Se il Pd anche se abbonato al fatidico “101” di prodiana memoria, si consola con il suo 30% e più, quello di Alfano si deve accontentare di un altalenante 3% ma si consola col pienone fuori norma del “Pirandello”.
Di ben altro tenore il libro di Faraone che si fa strada in clima elettorale e solleva la pietra tombale che Pietrangelo Buttafuoco aveva posto sulla “Buttanissima Sicilia”. A incalzare con le sue domande efficaci il deputato del Pd è stato chiamato il giornalista Francesco Pira. Faraone non dribbla, risponde minuziosamente precisando meglio quel che il libro vuole essere, cioè una denuncia nei confronti di chi negli ultimi quindici anni ha retto le sorti della Sicilia.
Rifiuti (“le discariche sono il vero scandalo”), acqua (“pubblica e costi ragionevoli”), strade e aeroporti (“con il ponte la rete viaria periferica si dovrebbe adeguare e si fronteggerebbe il ricatto delle compagnie aeree”), sono stati i temi in discussione affrontati con concretezze.
Faraone auspica e progetta “idee innovative in grado di produrre cambiamenti urgenti, aggressivi, radicali, cambiamenti che in Sicilia sono ineludibili”.
Un ottimismo della ragione che sta facendo molto male agli eredi del “61 a zero” che dopo la visita di Renzi in Sicilia sono stati impegnati in furenti risposte. Come l’on. Musumeci che parla di “accattoni e farisei attorno a Renzi”; di Gianfranco Miccichè che accusa di “vannamarchismo” il premier; del capogruppo di Fi alla Regione, Falcone, che parla di scippi compiuti da Renzi e cita tra l’alto i fondi Pac, “uno scippo da circa un miliardo”.
Faraone non demorde anche quando a fine presentazione incontra in una saletta i precari che lo assediano con le loro domande e ribatte con le linee politiche tracciate nel suo libro, del programma riformista di una forza che vuole vincere e non rimanere minoritaria. “Proposte non conservatrici né luddiste che affrontino i nodi cruciali, dal Ponte sullo Stretto alla sicurezza, dal lavoro all’acqua pubblica”.