Ragionevolmente si può supporre che il convegno agrigentino “Politica e antipolitica ai tempi della Brexit e di Trump” promosso dall’on. Maria Iacono del Pd sia stato pensato e organizzato qualche mese fa.
Quindi parecchio prima degli anatemi che Andrea Camilleri consegnasse via telefono ai giovani del liceo Empedocle: “Allontanate da voi i Renzi e i 5Stelle sono già cadaveri. Sono lontani dalla vostra storia” e parecchio prima che un altro anatema attraversasse le colonne dell’informazione lanciato su “Lettera 43” da Peppino Caldarola “Renzi è una ottusa e tragica Maria Antonietta del 2000”. E inconsolabilmente prima del “67 a 59 per noi” lanciato poche ore fa da Matteo Renzi come didascalia o epigrafe al risultato della ultima tornata elettorale.
Svoltosi presso lo Spazio Temenos di Agrigento, il convegno ha visto la partecipazione di Alfonso Maurizio Iacono docente dell’università di Pisa e della vicepresidente della camera Marina Sereni. Moderatore il giornalista Egidio Terrana che nel corso della conversazione farà poi saltare il banco del dibattito allorchè quatto quatto chiede a Maurizio Iacono notizie della “fine della sinistra” avanzata dal docente in un altro importante convegno.
Per la cronaca non sono successi sfracelli anche perché Marina Sereni è una persona gentile, Maria Iacono altrettanto e ambedue impossibilitate ad esorcizzare una evenienza che se non è dietro l’angolo poco ci manca, mentre Maurizio Iacono ha tracciato da par suo le coordinate per avvalorare la sua opinione.
Non fosse stato per questa “burrasca all’orizzonte” il convegno si è incentrato su un quadro preciso e articolato della società italiana, sulla sua impossibile e sognata crescita e sulla politica sempre costellata di élites che cercano come sempre la loro legittimazione contando sulla ignoranza e indifferenza dei popoli.
A tal proposito sarebbe stato esemplare citare i moduli di elezione dei sindaci agrigentini ma nessuno l’ha fatto, né l’on. Panepinto che era in platea, né il segretario provinciale del Pd di cui non abbiamo avvertito la presenza.
L’on. Iacono, nella prolusione iniziale si dilunga necessariamente sui grandi temi del momento al modo delle antiche convention del Pci (“Siamo chiamati a indicare una strada di pacificazione sociale e politica”) e si chiede della difficoltà di spiegare ai giovani gli accadimenti attuali. Un indebolimento della democrazia che poi sarà spiegato da Iacono e da Marina Sereni che rileva come il consenso non definisca la democrazia ma sono le sue regole a sancirla.
“L’antipolitica non è la soluzione – ha aggiunto la vicepresidente della Camera, rifiutando le ipotetiche sostituzioni alla democrazia rappresentativa. Parole chiave come “capitalismo” sono spesso risuonate senza alcuna dichiarata remora da parte di Maurizio Iacono sicuramente per vitalizzare un dibattito che spesso languiva nelle autoreferenze insieme ad alcuni interventi dello stesso tenore da parte del pubblico.
Sereni fa appello alla riflessione per evitare il rischio che la politica diventi un “non luogo” citando le ricerche dell’Ipsos ed esterna la sua preoccupazione per l’entrata in gioco di economie non democratiche come la Cina.
Sperando che non la senta l’ambasciatore cinese in Italia, il convegno ha ventilato altri timori, ad esempio la eventualità che così rimembrando si vadano ad affollare le file degli scissionisti.