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Esercizio non andava chiuso, Comune di Palermo condannato

Il Sig. M.F. di anni 49, di Palermo, espleta dal 2009 l’attività di ristoratore in Via Campolo a Palermo; il locale è sito al piano terreno con ampio spazio di pertinenza. Nel 2015 il Comune di Palermo irrogava una sanzione amministrativa per l’istallazione di un gazebo asseritamente non conforme rispetto alle previsioni del nuovo regolamento sui Dehors, ordinano la chiusura dell’esercizio per cinque giorni. Il  titolare dell’esercizio ha allora proposto un ricorso contro il Comune di Palermo, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Leonardo Cucchiara, davanti al giudice di Pace di Palermo, per chiedere l’annullamento, previa sospensione, del provvedimento di chiusura dell’esercizio. In particolare gli avvocati Rubino e Cucchiara hanno censurato il provvedimento impugnato sotto il profilo dell’eccesso di potere, essendo il suolo antistante l’esercizio su cui sorge il gazebo di proprietà privata, e non avendo la pubblica amministrazione dimostrato  il pregiudizio per la sicurezza. Già in sede cautelare il Giudice di Pace aveva disposto la sospensione dell’esecuzione del provvedimento di chiusura; da ultimo, decidendo il merito della controversia, il giudice di Pace, condividendo le tesi difensive degli avvocati Rubino e Cucchiara secondo cui essendo  l ‘area su cui sorge il gazebo privata il Comune avrebbe dovuto dimostrare  la pericolosità (ben vero inesistente) della struttura, ha accolto il ricorso ed ha annullato il provvedimento di chiusura dell’esercizio, condannando il Comune di Palermo anche al pagamento delle spese giudiziali. In forza della sentenza resa dal Giudice di pace l’esercizio pertanto non chiuderà ed il Comune di Palermo pagherà le spese giudiziali.