Ricostruita integralmente la vicenda dell’omicidio del muratore licatese Giacinto Marzullo, 52 anni, assassinato ieri in contrada Mollaca Faia, nei pressi della rotonda per Mollarella a Licata.
Ad uccidere il licatese è stato il nipote, Giuseppe Volpe, 19 anni figlio di Domenica, sorella della vittima.
Il giovane ha confessato ed ha fatto ritrovare la pistola calibro 9×21 che era stata gettata in un canalone di acque reflue ad una trentina di metri di distanza dal luogo del delitto.
L’arma era detenuta legalmente grazie ad un permesso speciale per l’utilizzo a fini sportivi.
Tutto, come ha raccontato il giovane ai poliziotti ed al pubblico ministero Carlo Cinque, sarebbe avvenuto ieri pomeriggio quando Volpe e la madre, Domenica Marzullo si sono recati a trovare Giacinto Marzullo per un chiarimento nel suo appezzamento di terreno. C’erano da mettere in cantina alcune ostilità mai superate nel tempo tra i due fratelli che da tempo avevano pessimi rapporti.
La vittima infatti accusava la sorella di essersi appropriata per lungo tempo della pensione dell’anziano padre (duemila euro al mese) nonché di oltre 150 mila euro provenienti da una zia, Francesca Pira, che in questo modo voleva ricompensare Domenica Marzullo per averle fatto da badante.
Tutto questo non è andato giù a Giacinto che da tempo aveva atteggiamento aggressivo nonché minaccioso e denigratorio (per lui era una colpa grave di Domenica l’aver lasciato il marito) nei confronti della sorella. E ieri la discussione è degenerata e il giovane Giuseppe ha fatto fuoco ripetutamente. A dare l’allarme è stata Domenica Marzullo che ha chiamato il 118.
Questo è lo scenario della vicenda che ha portato all’omicidio che si nutre di un altro fatto: Giuseppe Volpe è stato trovato in possesso di 58 piante di cannabis alte due metri coltivate in casa. Ed inoltre durante la perquisizione è stato rinvenuto un foglio con su scritto “distinti saluti” e un paio di proiettili attaccati e non ancora inviato ad alcuno.
I proiettili sono dello stesso tipo di quelli usati per uccidere Giacinto Marzullo. E si sospetta che la lettera dovesse essere inviata proprio a lui.
Alla luce di tutti questi elementi, Giuseppe Volpe è stato arrestato per coltivazione di droga e adesso gli verrà notificato nel carcere Petrusa il provvedimento firmato dal Pm Cinque per omicidio volontario aggravato da futili motivi e porto illegale di armi.