Apertura

Licata, minacce ai clienti che non pagano la cocaina: 5 misure cautelari 

Cinque misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta su alcune cessioni di cocaina a Licata con relative minacce ed estorsioni ai clienti che non pagavano la sostanza stupefacente. I carabinieri della locale Compagnia hanno eseguito due arresti e tre obblighi di dimora. Il provvedimento è stato firmato dal gip di Agrigento su richiesta della Procura.

In carcere è finito Melchiorre Antona, 21 anni mentre per l’omonimo Antona sono stati disposti i domiciliari. Obbligo di dimora, invece, per: Melchiorre Antona, 19 anni; Mario Lo Giudice, 21 anni; Maria Pia Cavaleri, 21 anni. Le accuse sono estorsione aggravata, tentata estorsione, lesioni personali, violenza privata in concorso, nonché detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’ambito dell’esecuzione altresì è stato segnalato un sesto indagato, un egiziano 23enne, attinto da decreto di perquisizione, presso la cui abitazione è stato rinvenuto il quantitativo di circa 4,5 grammi di hashish

Dalle indagini poste in essere, coordinate dalla Procura della Repubblica di Agrigento, è emerso che gli indagati, in tre diversi episodi, a vario titolo, durante la scorsa settimana, al fine di estorcere somme da 500,00 a 1000,00 Euro, hanno aggredito in casa a calci e pugni una donna e un uomo, ferendo quest’ultimo alla testa con una forchetta, per poi farsi consegnare la carta di inclusione da cui hanno prelevato il denaro presente. Gli aggressori hanno minacciato di morte le vittime nel caso avessero denunciato l’accaduto alle Forze dell’Ordine. Uno degli arrestati è altresì indiziato di aver spacciato un quantitativo imprecisato di sostanze stupefacenti a vari soggetti sin dal giugno 2023.

Nel corso delle perquisizioni, i militari operanti hanno rinvenuto e posto sotto sequestro complessivamente circa 3 kg. dimarijuana, circa 45 gr. di hashish, materiale da taglio e confezionamento della sostanza, una pistola giocattolo senza tappo rosso, nonché svariati telefoni cellulari. Il materiale sarà opportunamente custodito in attesa di essere analizzato. Al termine delle formalità di rito, un indagato è stato associato alla Casa Circondariale di Agrigento, uno tradotto agli arresti domiciliari e tre sottoposti all’obbligo di dimora, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria.