La quarta sezione penale della Corte d’Appello di Palermo non ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura Generale di rideterminare il periodo di isolamento diurno nei confronti del boss ergastolano Giuseppe Falsone, ex capo di Cosa Nostra agrigentina, arrestato nel 2010 dopo una lunga latitanza a Marsiglia. Rimane, dunque, la precedente decisione della Corte – divenuta irrevocabile nell’ottobre 2004 – di disporre, insieme alla pena dell’ergastolo, l’isolamento diurno per la durata di un anno e mezzo.
La Procura Generale chiedeva la rideterminazione complessiva dell’isolamento diurno alla luce di altre tre condanne (oltre l’ergastolo) a carico di Falsone, difeso dagli avvocati Angela Porcello e Giovanni Castronovo: una a dieci anni di reclusione risalente al 2006, un’altra a tre anni e quattro mesi risalente al 2003 e infine un’altra a dieci anni risalente al 2009.
La Corte d’Appello non ha accolto la richiesta perché nella più lieve delle condanne il reato concorrente non supera i cinque anni di reclusione mentre per le altre due non può essere applicata la rimodulazione in quanto, “in tema di esecuzione concorrenti, i limiti di durata massima dell’isolamento diurno possono essere superati soltanto nei casi di sopravvivenza di una condanna che comporti un ulteriore periodo di isolamento diurno per reati commessi dopo l’inizio dell’esecuzione e non anteriormente” (come nel caso di specie)