“Nel ’94, nel corso di una riunione a Caltanissetta, fu comunicata ai capimafia locali la strategia di Bernardo Provenzano: tornare a un vertice unitario di Cosa nostra, far cessare la violenza e appoggiare Forza Italia con cui si era stabilito un contatto tramite un personaggio insospettabile che era nell’entourage di Berlusconi. In cambio cosa nostra avrebbe avuto dei vantaggi anche normativi”. Lo ha detto il colonnello dei carabinieri Michele Riccio, deponendo al processo sulla trattativa stato-mafia, riferendo le rivelazioni che, nel ’94, gli fece l’allora capo provinciale di cosa nostra di Caltanissetta Luigi Ilardo, suo confidente, ucciso prima di formalizzare la collaborazione con la giustizia. Ilardo, che non partecipo’ alla riunione di Caltanissetta, sarebbe stato informato dei diktat di Provenzano dai boss presenti. Al colonnello Riccio, inoltre, il suo confidente avrebbe rivelato che dietro le stragi mafiose c’erano mandanti esterni.