Quarantatré condanne nel processo d’Appello scaturito dalla maxi inchiesta “Cupola 2.0”, l’operazione dei carabinieri che nel 2018 portò alla luce la ricomposizione della commissione provinciale – la cosiddetta Cupola – all’indomani della morte di Totò Riina. L’erede del “capo dei capi” era Settimo Mineo, boss di Pagliarelli. La Corte presieduto dal giudice Fabio Marino gli ha inflitto 21 anni in continuazione. Condanne confermate anche per altri due nomi “pesanti” del panorama mafioso: Leandro Greco, nipote del “papa” Michele (12 anni) e Calogero Lo Piccolo, figlio del boss Salvatore (27 anni in continuazione con una precedente condanna).
Filippo Annatelli, boss di corso Calatafimi (13 anni e 4 mesi), Giuseppe Bonanno (5 anni e 8 mesi), Francesco Caponetto (13 anni e 4 mesi), Giovanna Comito (un anno e 8 mesi pena sospesa), Giuseppe Costa (9 anni), Rubens D’Agostino (10 anni), Vincenzo Ganci (8 anni e 8 mesi), Michele Grasso (8 anni e 8 mesi), Marco La Rosa (6 anni e 8 mesi), Gaetano Leto (12 anni e 8 mesi), Erasmo Lo Bello (12 anni), Domenico Mammi (2 anni), Sergio Macaluso (2 anni), Matteo Maniscalco (6 anni e 8 mesi), Luigi Marino (6 anni e 8 mesi), Giovanni Salvatore Migliore (8 anni e 8 mesi), Salvatore Mirino (9 anni e 4 mesi), Domenico Nocilla (9 anni e 8 mesi), Salvatore Pispicia (12 anni), Gaspare Rizzuto (12 anni e 4 mesi), Michele Rubino (10 anni e 8 mesi), Giovanni Salerno (10 anni e mezzo), Salvatore Sciarabba (14 anni), Giuseppe Serio (13 anni e 4 mesi) e Giovanni Sirchia (8 anni).
Sconti di pena per Stefano Albanese che passa da 9 anni e 2 mesi a 9 anni, Carmelo Cacocciola (da 7 anni a 6 anni e 8 mesi), Filippo Cusimano (da 9 anni e 4 mesi a 9 anni), Filippo Di Pisa (da 8 anni e 8 mesi a 8 anni), Salvatore Ferrante (da 2 anni e 8 mesi a un anno), Giusto Francesco Mangiapane (da 8 anni a 6 anni), Fabio Messicati Vitale (da 12 anni a 10 anni), Salvatore Sorrentino (da 12 anni e 8 mesi a 10 anni), Gregorio Di Giovanni, boss di Porta Nuova (da 15 anni e 4 mesi a 14 anni), Maurizio Crinò (da 10 anni a 9 anni e 4 mesi). Ad altri imputati è stata riconosciuta la continuazione ed è stata rideterminata la pena. Salvatore Troia, che aveva avuto 9 anni, dovrà scontare, 11 anni e 4 mesi Andrea Ferrante da 8 a 12 anni. Per i collaboratori di giustizia Filippo Bisconti (da 6 anni a 13 in continuazione) e Francesco Colletti (aveva avuto 6 anni e mezzo divenuti adesso 10 anni e 10 giorni) i giudici hanno disposto anche la scarcerazione.
In appello sono stati assolti Giovanni Cangemi che in primo grado aveva avuto otto anni, Michele Madonia e Antonio Giovanni Maranto Confermate anche le assoluzioni di Giusto Sucato e di Nicolò Orlando.