Mafia

Mafia: in memoria di Costa, Cassarà e Antiochia: “Esempi di coraggio”

“Il 6 agosto del 1980 veniva assassinato il Procuratore Capo di Palermo Gaetano Costa. Fu uno di quei magistrati che riuscì a intuire sin dagli anni sessanta che la mafia aveva subito una radicale mutazione e che si era infiltrata nella pubblica amministrazione controllandone gli appalti, le assunzioni e la gestione dei principali affari. Avviò una serie di delicatissime indagini nell’ambito delle quali, sia pure con i limitati mezzi all’epoca a sua disposizione, cercò di colpire al cuore la criminalità organizzata investigando sui loro patrimoni”. Lo scrive sui social Chiara Colosimo, presidente della commissione Antimafia. “Cinque anni- prosegue- dopo sempre a Palermo il 6 agosto, furono uccisi il vice capo della Squadra mobile Ninni Cassarà e l’agente Roberto Antiochia.

Cassarà ha assicurato alla giustizia alcuni tra i più pericolosi esponenti di Cosa Nostra ed è stato un prezioso collaboratore e interlocutore per i magistrati impegnati nella lotta contro la mafia, a lui si deve in particolare il ‘Rapporto dei 162’ che costituì la prima pietra su cui fu costruito il maxi processo dell’86. A segnare il destino di Antiochia fu, invece, l’omicidio avvenuto pochi giorni prima del dirigente della Squadra ‘catturandi’ di Palermo, Giuseppe Montana. Roberto aveva lavorato con il dottor Montana dal 1983 al 1985 alle indagini su Cosa Nostra, e nonostante fosse stato trasferito pochi giorni prima a Roma si trovava a Palermo per partecipare ai funerali. Roberto, decise di rimanere per il legame di amicizia e il senso del dovere che aveva nei confronti dei suoi amici e colleghi e anche se ufficialmente in ferie, lavorava alle indagini sulla morte del suo ex capo e faceva la scorta a coloro che erano più minacciati: tra questi il vice capo della Squadra mobile Antonino Cassarà con il quale il 6 agosto morì in un vile agguato in via Croce Rossa”. “Gaetano Costa, Ninni Cassarà e Roberto Antiochia sono esempi di coraggio, dedizione e senso del dovere, il loro ricordo non si deve mai affievolire e ci deve guidare sempre nel compiere ogni giorno il nostro dovere con lo stesso spirito che ha accompagnato questi nostri eroi”, conclude.